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I comitati: “Pfas nelle acque, situazione imbarazzante e preoccupante”

10 aprile 2024 | 15:09
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I comitati: “Pfas nelle acque, situazione imbarazzante e preoccupante”

La lettera al presidente della Regione Eugenio Giani: “Chiediamo la trasparenza e la messa in rete di tutte le informazioni analitiche”

“Siamo inquietati e sorpresi in quanto, a 10 giorni di distanza dall’uscita del report di Greenpeace sulla presenza di Pfas nelle acque superficiali, in cui scaricano i reflui depurati dei distretti conciari, della carta, del tessile, come pure l’area interessata dalle attività florovivaistiche fra Pistoia e Prato, l’amministrazione Regionale Toscana si nasconda in un silenzio sconcertante”. Inizia così la lettera aperta a firma di associazioni e comitati del territorio e indirizzata al presidente della Regione Eugenio Giani.

“Una situazione imbarazzante e preoccupante alla luce anche di quanto emerso da una inchiesta giornalistica della Rai in ‘Presa Diretta’ del 18 marzo – proseguono -. Infatti, mentre nella nostra regione e soprattutto nelle comunità direttamente interessate dall’uso di questi prodotti nei processi industriali e produttivi, si discute e ci si interroga; persino alcuni consigli comunali hanno iniziato a produrre odg in cui si richiede, agli organi competenti ed ai gestori dei servizi idrici e di depurazione industriale, di produrre dati analitici in grado di confermare o smentire quanto è stato documentato dalle analisi ‘autoprodotte’ da Greenpeace”.

“In tal senso ci chiediamo cosa stia facendo l’amministrazione regionale, riteniamo che senza fare inutili allarmismi, dopo lo scandalo Keu, non si possa dormire sugli allori – continua la lettera -. Siamo convinti che la stragrande maggioranza di chi vive in Toscana vuol capire se ci troviamo o no dentro ad una nuova emergenza ambientale e sanitaria, vorremmo saperlo prima di unirci o dividerci sul che fare per cambiare rotta, siamo coscienti che non sarà possibile risolvere il problema senza mettere fuori legge la produzione e l’uso di questi composti chimici non degradabili. Abbiamo anche la consapevolezza che tale decisione spetta in primis alle autorità europee e nazionali ma riteniamo opportuna una autonoma decisione della Toscana che si allinei a quanto già fatto dalle Regioni Piemonte e Veneto in materia. A tal proposito chiediamo la trasparenza e la messa in rete di tutte le informazioni analitiche, sia attuali che quelle future, di Arpat, Asl, delle società di gestione del servizio idrico integrato e della depurazione industriale; sia la premessa indispensabile per evitare inutili e pericolosi scarica barile. Come associazioni siamo e saremo presenti, parte attiva in questa vicenda, senza fare sconti né cedendo a falsi allarmismi né alla demagogia funzionale al mantenimento di uno status quo ormai insostenibile”.

“Ricordando che proprio in questi giorni è in discussione il nuovo Piano di Tutela delle Acque, riteniamo che, in relazione ai cambiamenti climatici in atto, ci troviamo di fronte ad un passaggio decisivo per la Toscana per un’economia compatibile dei distretti idrovori al fine di cambiare i cicli produttivi, adottando l’assoluta trasparenza e condivisione delle informazioni unica garanzia per riuscire nell’impresa.