L’osservatorio amatoriale di Castelvecchio Pascoli ha contribuito con le sue misurazioni astrometriche alla scoperta di un oggetto straordinario: la prima cometa interstellare.
Il 30 agosto l’astrofilo Gennady Borisov comunica la scoperta di una cometa in proveniente dalla nube di Oort con orbita parabolica. Successivamente, all’aumentare del numero di osservazioni effettuate, fra cui quelle effettuate da Castelvecchio Pascoli, gli astronomi si sono resi conto di essere davanti ad un oggetto peculiare. Infatti la cometa non appartiene al sistema solare ma proviene dagli spazi siderali, probabilmente da un altro sistema solare collocato nella costellazione di Perseo.
Avendo una traiettoria iperbolica attraverserà il nostro sistema solare tra Marte e Giove nei prossimi mesi per poi perdersi nuovamente negli spazi siderali. È la prima cometa interstellare mai osservata, designata dal Minor Planet Center come C 2019 Q4 Borisov nella circolare 2019-R106 in cui sono pubblicate anche le misurazioni effettuate da Castelvecchio Pascoli dall’astrofilo Roberto Bacci. Il suo diametro è stimato in circa 10 chilometri, la cometa si trova attualmente a 2,5 unita astronomiche ed è in avvicinamento ad una velocita di circa 30 chilometri al secondo in accelerazione a causa dell’attrazione gravitazionale data dal sole.
Dopo miliardi di anni di permanenza nello spazio si è stata attivata interagendo con la nostra stella e ha formato una coda ben visibile con i telescopi da terra. La sua osservazione non è semplice essendo visibile prima dell’alba anche se abbastanza luminosa .L’oggetto sara seguito da tutti i principali osservatori astronomici del mondo per cercare di carpirne più informazioni possibili durante il suo passaggio ravvicinato essendo un oggetto unico nel suo genere potrebbe svelarci molte informazioni sulla sua composizione sulla sua provenienza e sulle interazioni di sistemi stellari distanti anni luce fra loro.
La soddisfazione avuta per aver contribuito ad una scoperta storica è enorme anche per le difficoltà sostenute durante la sessione di osservazione, essendo molto bassa come latitudine e a causa dell’inquinamento luminoso che contribuisce non poco a rendere inosservabili ampie zone di cielo in prossimità dell’orizzonte.