Riqualificazione del centro, si infiamma il dibattito

Riqualificazione del centro storico e rilancio del commercio: a Borgo a Mozzano si inizia a infiammare il dibattito con un botta e risposta a ormai pochi mesi dalle elezioni per il rinnovo della guida del paese. “Il più grande progetto mai pensato nel comune di Borgo a Mozzano: l’area della Concia, stazione ferroviaria, scuola superiore Iti Ferrari, palazzetto dello sport, piscine comunali alla Verzura, sale congressi-convegni e centro formativo all’ex convento delle Oblate, nuova sede e ambulatorio della Misericordia, nuova sede della caserma dei carabinieri, info point turistico, area sosta camper, parcheggi e sottopasso della ferrovia per unire struttura Oblate, piscine e Iti al palazzetto dello sport. Quasi tutto realizzato, manca la nuova sede della scuola media con scuola di musica e scuola di danza, parcheggi e il sottopasso”. È questo l’ambizioso progetto che la lista civica di opposizione di Borgo a Mozzano Andare oltre ha presentato alla cittadinanza.
“Alla base del progetto – si legge in un lungo posto pubblicato sulla pagina Facebook della lista civica – l’idea di Borgo come centro direzionale, industriale, formativo e amministrativo della valle, centro servizi, scolastico e culturale. Cuore pulsante dell’intera Media Valle del Serchio. Al mattino vediamo un fiume di giovani arrivare con il treno per i corsi dell’Iti, tante persone che accedono dai paesi vicini ai servizi dell’ambulatorio della Misericordia, tante associazioni sportive che accedono al Palazzetto per allenamenti e partite, le giornate estive i bagnanti alla piscina, il teatro di Verzura nel giardino delle Oblate eccetera. Ma il lavoro va terminato perché ci sono due criticità: l’area della Concia se non ultimata rischia di non raggiungere l’efficienza e di creare disservizi (mancanza di parcheggi, assenza dell’attraversamento della ferrovia, la lontananza del Palazzetto dalla scuola media; e poi il futuro del commercio nel capoluogo. A differenza di Diecimo che, nonostante l’estinzione delle attività nel centro storico, ha saputo ricreare un centro commerciale sulla via Lodovica, il capoluogo rischia la totale paralisi commerciale. Una eventuale estinzione delle attività non potrebbe essere accompagnata dalla apertura di attività sulla Lodovica per il fatto che non ci sono più aree libere o edificabili. Si rischierebbe di diventare l’unico capoluogo della Valle senza sviluppo commerciale”.
“La struttura quindi della vecchia scuola media – sostengono da Andare oltre – con i suoi 3mila metri quadri disponibili, potrebbe essere orientata all’ampliamento di spazi commerciali in simbiosi con l’area Penny. Nonostante l’investimento per la messa in sicurezza di una parte del sito, è fondamentale riprendere in considerazione la costruzione della nuova scuola media di fianco al palazzetto: così i ragazzi potrebbero usufruire a pochi passi di nuova palestra, piscina, spazi convegni delle Oblate, stazione ferroviaria e, non ultimo un sito, a distanza di sicurezza sia per pericoli dell’attraversamento stradale che per l’inquinamento acustico. Anche una sede decente e moderna per la scuola di musica e per le scuole di danza non è più rinviabile”.
“Se servono 5/6 milioni di euro per finire l’opera – concludono gli esponenti di Andare oltre -. Questi vanno trovati, come sempre, ma ci vuole coraggio, serve una visione e ambizione. L’alternativa è il tramonto dei nostri centri storici e la condanna per i nostri giovani a crescere in strutture obsolete e inefficienti”.
Missione Domani replica immediatamente con un post su Facebook: “La nostra fortuna è che abbiamo la memoria lunga, e con noi i cittadini di Borgo a Mozzano. Quelli che oggi parlano di fermare il declino sono gli stessi che hanno lasciato che dal centro storico del capoluogo se ne andassero la farmacia e le banche, che hanno avallato la realizzazione del Penny Market e che con l’idea della Concia volevano definitivamente spegnere il commercio del paese, sia decentrando la scuola sia aprendo un nuovo centro commerciale presso l’attuale scuola media. Progetto tra l’altro mai realizzato, per il quale ci volevano sei milioni di euro, e per cui ci sarebbe voluto un acquirente per le medie attuali. Noi invece abbiamo fatto scelte realistiche, entrambe realizzate, dal duplice valore. Mettere a nuovo la scuola media ha permesso ai nostri ragazzi di avere una scuola sicura e funzionale, senza ulteriore consumo di territorio, senza portare nuovi centri commerciali. Lo abbiamo detto e lo abbiamo fatto, non solo promesso. Lo stesso vale per la scuola elementare, averla riqualificata nell’attuale sede significa anche mantenerla nel centro storico, collegata all’habitat del paese e quindi al commercio. Anche qua, lo abbiamo detto e lo abbiamo fatto, non solo promesso. Lo stesso dicasi per gli eventi. In passato non esistevano i mercatini di Natale, non esistevano i mercatini estivi, non esisteva il coinvolgimento dei commercianti nell’azalea, non esisteva il fondo per il piccolo commercio che in questi anni ha agevolato tanti, non esisteva “Borgo è Bellezza” che ha fatto vivere e scoprire il territorio in un modo del tutto nuovo”.
Da queste basi ripartire e lavorare per rilanciare il commercio: “Poste queste fondamentali basi – proseguono -, senza le quali oggi non potremmo più nemmeno parlare di centro storico di Borgo (e nemmeno della vita degli altri paesi), tutti insieme possiamo lavorare per rilanciare il commercio. Dobbiamo prima di tutto ottenere la riapertura del secondo bar, su cui noi stiamo lavorando pancia a terra. Dobbiamo poi agevolare chi apre nuove attività, fornendo opportunità attrattive. Nel 2019 istituiremo un nuovo fondo speciale per il centro storico del capoluogo, cui daremo un contributo di 2000 euro alle prime cinque nuove attività che lì apriranno. Inoltre la battaglia da fare è di più ampio respiro, lottando a livello governativo affinché sia diminuita sensibilmente la tassazione per i negozi dei Comuni montani come il nostro. Sapevamo che giunti a questo punto qualcuno sarebbe tornato a dirci che un tempo i treni arrivavano in orario, era ampiamente prevedibile, diremmo scontato. Ma i cittadini lo sanno bene – conclude Missione Domani -, non c’è da tornare indietro, bisogna avere il coraggio collettivo di guardare avanti, promuovendo una strada intrapresa tutti insieme, in modo realistico e senza che nessuno rimanga indietro”.