
“Siamo convinti che il territorio e la popolazione della Garfagnana abbiano necessità di far convivere gli impianti industriali con le attività agricole, zootecniche, forestali e turistiche qui presenti secondo un approccio di continuo monitoraggio e riduzione delle emissioni in modo che non ci siano effetti negativi sulla salute, sulla qualità della vita e sull’immagine del territorio. Pertanto siamo concordi con il movimento La Libellula sulle ragioni del no al pirogassificatore di Fornaci, soprattutto considerando l’aspetto morfologico della nostra Valle, chiusa fra le montagne, dove si verifica il fenomeno dell’inversione termica e dunque il ristagno degli inquinanti a quote basse”. Questa la posizione dell’associazione castanicoltori e dell’associazione Città del Castagno, presiedute a Ivo Poli e Stefano Bresciani
“Ci preoccupa molto il progetto di un inceneritore (e correlato traffico pesante) – proseguono le due associazioni – che brucerebbe dalle 100mila alle 120mila tonnellate annue di scarti di cartiera, in buona parte composti da plastiche, quindi sprigionanti diossine che entrano stabilmente nella catena alimentare. Sono stati tantissimi gli sforzi fatti per la riscoperta dei nostri prodotti agro-alimentari e per il loro lancio sul mercato: basti citare il riconoscimento dei marchi Dop per la farina di neccio e Igp per il farro. Proprio su questi prodotti molte piccole e medie aziende basano la loro economia e il loro nome, sicuramente con prospettive di mercato sempre più promettenti dato che la qualità, nel comparto alimentare, non dà segnali di cedimento. Un grande impianto industriale come quello che si prospetta non danneggia proprio quelle aziende che hanno investito sulla sostenibilità e sulla tutela delle proprietà organolettiche dei loro prodotti che sono poi quelli della tradizione che contraddistinguono e rendono turisticamente appetibili il nome Garfagnana e Media Valle? Una grande fonte di inquinanti in mezzo a località coltivate e di alto pregio ambientale è il futuro che ci porta ricchezza o che distrugge quelle ricchezze che ci sono rimaste?”.
“Stiamo vivendo un buon periodo dal punto di vista delle presenze turistiche nella nostra valle – concludono Poli e Bresciani – e questo è grazie al lavoro di associazioni come la nostra, agli imprenditori agricoli, turistici che riescono a valorizzare un patrimonio culturale ed ambientale ancora unico, con possibilità di dare opportunità lavorative ai residenti. Questo grande patrimonio ha però bisogno di essere mantenuto, promosso, protetto. Ribadiamo quindi il nostro no ad un impianto di pirogassificazione nella valle perché le soluzioni per lo smaltimento dei rifiuti possono essere altre e perché, a nostro avviso, non è questa la soluzione per una riconversione a lungo termine di un’industria storica del nostro territorio che rispetti e faccia evolvere in modo innovativo e sostenibile quello che ancora può rimanere del saper fare delle sue maestranze”.