Ladro scoperto in villa aggredisce i proprietari

E’ riuscito a bloccare uno dei malviventi che stava cercando di rubare all’interno della sua villa, calandosi dal lucernario del tetto. Ha avuto uno straordinario coraggio e tanta fermezza il proprietario di una casa finita nel mirino di una banda di ladri nella tarda serata di ieri (29 luglio). La famiglia è stata messa in allerta dall’entrata in funzione dell’allarme di cui è dotata la villa. Il padrone di casa e alcuni familiari, compresa la situazione, si sono avvicinati ai piani superiori della villa per cercare di fermare il malvivente. Ne è nata una colluttazione in cui i proprietari hanno riportato escoriazioni e ferite, ma per fortuna nulla di grave. Nonostante l’aggressione, però, il proprietario è riuscito a bloccare il malvivente e a ‘consegnarlo’ ai carabinieri. 

E’ stata una serata movimentata a Piano della Rocca, frazione del comune di Borgo a Mozzano. Un pugno di case, immerse nel verde. Ed è dai campi che, stando al racconto di alcuni abitanti, sarebbero arrivati i malviventi, in tutto tre individui notati in zona, uno dei quali si era messo all’opera nella villa, attorno alle 23, dopo essere arrivato sul posto con una Bmw risultata rubata a giugno a Forte dei Marmi. Mentre cercava di introdursi all’interno, però, è stato sorpreso dal proprietario che si è insospettito per alcuni strani rumori dal tetto e poi dall’allarme entrato in funzione. Si è trovato così faccia a faccia con il malvivente e ha cercato di bloccarlo mentre ormai dalla casa si stava dando l’allarme anche al vicinato. Subito è stata fatta la chiamata al 112. Il pronto intervento dei carabinieri ha inviato sul posto le pattuglie più vicine che si trovavano in servizio proprio per contrastare il fenomeno dei furti in abitazione. E l’uomo, di origini albanesi, è stato arrestato mentre sul posto interveniva anche un’ambulanza del 118 per medicare le ferite ai proprietari. L’albanese di 30 anni dovrà rispondere anche della ricettazione dell’auto rubata a Forte dei Marmi dove è stata trovata anche una radio ricetrasmittente utilizzata probabilmente per comunicare con i complici. Ma c’erano anche ttrezzi da scasso, quali smerigliatrici, piedi di porco, mazze e cacciaviti oltre a corde e torce elettriche. Stamani è comparso di fronte al giudice monocratico del tribunale di Lucca per essere processato con il rito direttissimo, mentre proseguono le ricerche dei complici che, approfittando del buio e della vicinanza del bosco, sono riusciti – almeno per ora – a sfuggire alle manette. Quanto al 30enne in manette il suo arresto è stato convalidato dal giudice che ha rinviato l’udienza al prossimo 10 settembre. In attesa è stato accompagnato al carcere San Giorgio. Tra l’altro, è risultato che era destinatario di un ordine di carcerazione per espiare la pena definitiva di 2 anni, 9 mesi e 5 giorni (più 500 euro di multa), spiccato dalla procura di La Spezia per vicende inerenti reati contro il patrimonio.