
Il Serchio delle Muse arriva a Borgo a Mozzano: ecco due appuntamenti – il 31 luglio ed il 16 settembre – pronti a portare la grande lirica anche in questa importante porzione della valle del Serchio. Per presentarli – oggi (25 luglio) – all’ex convento di san Francesco sono intervenuti il maestro Luigi Roni (per l’associazione il Serchio delle Muse), il maestro Silvano Pieruccini, l’avvocato Michele Salotti ed il governatore della Misericordia di Borgo a Mozzano, Gabriele Brunini.
Il primo appuntamento è fissato per il 31 luglio (alle 21,15) in piazza Garibaldi, con l’operetta Al cavallino bianco di Ralph Bénatzki. Sul palco salirà l’orchestra Cantieri d’arte, diretta da Stefano Giaroli, per la regia di Alessandro Brachetti. Ancora più atteso però è l’evento del 16 settembre quando, nella chiesa di san Francesco, andrà in scena la Petite messe solennelle di Gioacchino Rossini, diretta dal maestro Pieruccini. “Ringraziamo chi continua ad investire in cultura – ricorda Salotti in apertura – consentendo la realizzazione di spettacoli come questi. Un grazie particolare va anche alla Misericordia per il sostegno ed il supporto logistico”. Per l’occasione, ecco dunque il tenore Roberto Iuliano, il soprano Linda Campanella, il contralto Christine Knorren ed il basso Francesco Ellero D’artegna. Con loro, in scena, ci saranno anche i pianoforti di Roberto Barrali ed Ilaria Brunini, insieme all’armonium di Andrea Albertini ed al coro del Serchio delle Muse.
Lo spettacolo del 16 settembre, ad ingresso gratuito, rientra una stagione ricca di appuntamenti lungo tutta la Valle del Serchio: “Abbiamo compiuto 17 anni di vita – osserva Roni – e non intendiamo fermarci qua. Con il nostro programma coinvolgiamo 13 comuni diversi e portiamo un genere poco rappresentato, l’operetta, in giro per un territorio molto vasto”. Entusiasta anche il maestro Pieruccini: “Quest’opera – afferma – induce ad una riflessione sulla bellezza e sulla profondità dell’animo umano. Ascoltandola, si ha la netta impressione che Rossini voglia trasmetterci la sua gioia per la musica, affinché possiamo goderne anche noi: un tratto distintivo tipico dei più grandi”.
Paolo Lazzari