
E’ stato espulso dal Movimento Cinque Stelle perché “fa parte di una loggia massonica”. Piero Landi, imprenditore barghigiano 46enne, dopo il ‘terremoto’ della giornata di ieri (leggi qui), ammette di aver commesso i suoi errori e di aver fatto parte di una loggia massonica.
“A seguito di quanto accaduto, ritengo rispettoso rilasciare una personale dichiarazione, a valere non come giustificativo piuttosto come atto dovuto di sincerità. Aiutare il prossimo, dare una mano a chi si trova in difficoltà o semplicemente poter partecipare e contribuire al benessere del mio territorio, è sempre stata per me una priorità, direi un’esigenza alla quale difficilmente ho saputo sottrarmi. Solo all’età di 23 anni, su richiesta dell’allora vice sindaco del Comune di Gallicano, presi parte alle attività di coordinamento dell’alluvione di Fornovolasco direttamente all’interno del Centro operativo misto (Com). Ho proseguito come volontario sanitario con la Misericordia di Gallicano e dopo il matrimonio, all’età di 30 anni circa ho aderito ad una associazione di protezione civile affiliata all’Ana (Associazione nazionale alpini) del Poggio Comune di Camporgiano. All’interno di questa abbiamo avviato ed organizzato il primo nucleo cinofilo da soccorso, dove a seguito delle avvenute abilitazioni, abbiamo eseguito mediamente 50 interventi di soccorso l’anno e non solo in lucchesia, per la ricerca di persone disperse in montagna. Insieme ad altri due cinofili, desiderosi di ampliare le nostre capacità tecniche, siamo entrati non prima aver superato gli esami di ingresso, nel Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico Toscano stazione di Lucca. Dopo circa un anno e innumerevoli interventi di soccorso, il mio cane morì. Decisi allora di ritirarmi”.
“Volevo però fortemente migliorare me stesso – prosegue Piero Landi -, arricchire i miei valori e spinto da sempre da temi come la solidarietà e la fratellanza, accolsi con piacere a fine dicembre 2016 di entrare a far parte di una loggia massonica con sede a Lucca. Ho potuto conoscere tante altre brave persone, con le quali ho condiviso il piacere di accrescere buoni sentimenti e sani principi morali. Questa giusta pratica però, non mi appagava completamente, in quanto avvertivo il bisogno di tornare tra la gente per ascoltare i reali bisogni, le loro necessità. Così nei primi mesi dell’anno 2017, invitato a più riprese da un carissimo e stimato amico di Fosciandora, decisi di aderire ad una comunità politica denominata Punto a Capo. Si trattava di un’aggregazione di persone proveniente da diverse ideologie politiche, accumunata solo ed esclusivamente da un solo obiettivo, il bene comune. All’interno di questa piccola comunità, si è iniziato a parlare di contenuti, programmi e nell’ottobre del 2017 abbiamo iniziato a parlare anche della necessità di poterci dotare di un modello organizzativo che potesse garantire la migliore democrazia di base. Fu allora che sono stato eletto segretario, nell’attesa di procedere alla costituzione formale sotto forma di associazione. Nel durante aumentava la convinzione di poter far bene e che la strada intrapresa potesse essere quella giusta. Condizione per cui, maturai l’idea di abbandonare la loggia e avere più tempo da poter dedicare alla comunità politica di Punto a Capo, che mi portava lì dritto dove penso di saper stare, mi portava in mezzo e tra la gente”.
“Il 25 Gennaio 2018 – continua – , prima dell’adesione ed accettazione della candidatura con il movimento cinque stelle ho trasmesso le miei personali dimissioni dall’istituzione massonica. Ad onore di cronica devo ammettere un mio primo grave errore. Fui contattato i primi di gennaio e mi fu ampiamente chiesto se appartenevo a qualche istituzione massonica. Risposi “sbagliando” di non farne parte, in quanto di fatto avevo già smesso di frequentare i lavori dell’officina. Del resto, non credevo nemmeno che il Movimento Cinque Stelle avesse davvero intenzione di puntare su di me, considerate quante e tante altre brave persone, avrebbero potuto scegliere. Fatto sta che procedetti a presentare le dimissioni dall’istituzione il giorno 25 gennaio, prima dell’accettazione della candidatura. Ero felice di avere avuto l’opportunità di rappresentare quei valori, quei principi e quegli obiettivi di bene comune ai quali mi ispiro da sempre, ed ero particolarmente felice di poterlo fare all’interno del movimento dei cittadini più grande d’Italia. Ma qui e ingenuamente ho commesso un secondo grave errore. Non avevo assolutamente realizzato che avrei potuto mettere in difficoltà lo stesso movimento, anche perché rassicurato dall’Istituzione dalle mie accolte dimissioni. Quindi non essendo più un massone non avrei potuto nuocere all’immagine e alla funzionalità del progetto politico. Purtroppo invece le cose non sono andate in questa maniera. Intanto perché nei giorni successivi alle dimissioni, mi veniva comunicato dall’Istituzione di dover eseguire il pagamento delle captazioni per l’anno in corso, non avendo presentato le stesse nell’anno massonico precedente. Se lo avessi saputo, lo avrei fatto decisamente prima, al massimo in concomitanza con la data delle dimissioni stesse. Tuttavia il giorno 5 febbraio ho regolarmente pagato quanto richiesto, ricevendo ancora una volta sincere rassicurazioni sulla mia completa non appartenenza. Negli stessi giorni, alcuni attivisti del movimento, avevano iniziato a suscitare perplessità riguardante la mia amicizia con un noto massone di Castelnuovo di Garfagnana, anch’esso partecipe alla comunità politica di Punto a Capo. Decisi allora, nel pieno rispetto di tutti quanti, di dare le dimissioni sia dalla qualifica di segretario sia da socio (per quanto potesse contare, visto che l’associazione non era ancora stata costituita). Sempre su richiesta di alcuni attivisti, fui invitato a prendere nette distanze dalla massoneria e a dover pubblicare sul mio profilo Facebook un post riguardante l’impegno attivo contro la lotta alle mafie e alla massoneria. In sincerità non avrei dovuto accettare di pubblicarlo, ben sapendo che la massoneria che io ho conosciuto, non solo è lontana dalla mafia ma la condanna apertamente e senza indulgenza. Altro terzo grave errore. Il Resto viene da solo, qualcuno alla lettura del post si è sentito giustamente tradito e ha deciso di rendere nota la mia precedente esperienza. Talvolta gli ideali in cui crediamo, sono così forti e così ciechi da condizionare le scelte che siamo chiamati a compiere. Mai avrei voluto fare del male a nessuno, mai. Questa è la mia sincera più profonda verità. Avrei voluto solo impegnarmi con tanta passione e determinazione al benessere del mio territorio e della nostra gente, incoraggiato dalla motivazione più alta che un padre possa mai avere, l’orgoglio di suo figlio. Non ci sono riuscito, ho sbagliato. Chiedo perdono in particolare alla mia famiglia, ai miei parenti, ai miei amici più cari e a tutte quelle persone che mi hanno supportato moralmente in questo periodo. In conclusione, ci tengo a dire pubblicamente di non aver chiesto, ne ricevuto nessun contributo economico per la campagna elettorale e che le spese (inferiori a 500 euro da me sostenute) saranno rendicontare come richiesto dalla legge”.
“Mi rimetto a tutte le decisioni che il Movimento Cinque Stelle intenda adottare – conclude Piero Landi -, ed infine vi esorto con tutto il cuore, a sostenere l’unica possibilità per un reale cambiamento, l’unica opportunità concreta per garantire un futuro ai nostri figli. Il 4 marzo io voterò per loro”.