
E’ stato espulso dal Movimento Cinque Stelle perché “fa parte di una loggia massonica”, ma parteciperà ugualmente alle elezioni legislative. Piero Landi, imprenditore barghigiano 46enne, aspirante ad un seggio alla Camera dovrà rinunciarvi, se eletto, perché glielo intimano i vertici Cinque Stelle. Nel pieno della campagna elettorale e a 17 giorni dall’apertura delle urne, la bufera su Landi dura poche ore, fino all’irrevocabile epilogo: l’espulsione dal M5S.
Tutto era nato da alcune indiscrezioni pubblicate sul quotidiano Il Foglio che, in effetti, dava per certa la sua appartenenza alla loggia massonica Francesco Burlamacchi. Un’adesione che però lo stesso Landi ha fermamente negato, spiegando di aver fondato a Lucca un’associazione, Italia punto e a capo, ma di essersene dimesso, senza negare, tuttavia, che ne farebbero parte anche esponenti della massoneria. Un fatto che è subito finito sul tavolo M5S: un “sospetto” che evidentemente è bastato a far assumere la decisione di espellere Landi e di “valutare una eventuale richiesta danni”.
Insieme a Landi viene espulso anche Bruno Azzerboni candidato in Calabria: “Al momento della sottoscrizione della candidatura – spiega M5S in una nota – non hanno detto la verità e non ci hanno informato di far parte di una loggia massonica. Per questa ragione non possono stare nel Movimento 5 Stelle e sempre per questo motivo gli sarà richiesto di rinunciare al seggio. Li inibiamo dall’utilizzo del simbolo e ci riserviamo di agire nelle opportune sedi al fine di risarcire eventuali danni di immagine cagionati al Movimento 5 Stelle”.