Pensioni, proteste e sciopero alla Kme di Fornaci

9 novembre 2017 | 12:41
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Pensioni, proteste e sciopero alla Kme di Fornaci

Niente ammortizzatori sociali, scattano gli scioperi. Dal prossimo anno non esisteranno più con la conseguenza inevitabile di migliaia di licenziamenti e con forti rischi anche per alcune crisi esistenti nella nostra provincia, prima fra tutte quella della Kme di Fornaci di Barga. Un settore, quello metalmeccanico, in agitazione per la trattativa fra sindacati e governo in tema pensionistico: domani (10 novembre) e lunedì (13 novembre) scatteranno gli scioperi. “Niente nemmeno sul tema pensionistico – tuona il segretario provinciale della Fiom Cgil Mauro Rossi- : non solo non si vuol mettere radicalmente in discussione (come andrebbe fatto) la legge Fornero, ma non vengono rispettati i seppur minimi impegni che un anno fa erano stati presi, in particolare sulla speranza di vita e su specifiche modifiche a favore dei giovani”.

“Senza adeguate misure in favore del lavoro – aggiunge Rossi – ci deve essere un’adeguata risposta in termini di mobilitazione e di sciopero. Su questi temi è alta l’attenzione dei lavoratori e sta crescendo la rabbia e la protesta nelle aziende metalmeccaniche della provincia di Lucca”.
Nella provincia di Lucca i delegati di alcune Rsu hanno organizzato iniziative di protesta e di sciopero chiedendo la proclamazione di uno sciopero generale. Alla Fabio Perini spa di Lucca (470 dipendenti) sarà di 4 ore nel pomeriggio di domani 10 e di 4 ore nel pomeriggio di lunedì 13. Alla Gambini spa di Altopascio (135 dipendenti) lo sciopero sarà di 4 ore nel pomeriggio di lunedì 13. Alla Fosber spa di Monsagrati (270 dipendenti) sarà di 1 ora la mattina del 13.
Kme e Em Moulds di Fornaci di Barga (550 dipendenti) scioperano 2 ore il 13 a fine di ogni turno.La rappresentanza sindacale della Fabio Perini spa di Lucca, valutando quanto emerge dalle ultime discussioni sul tavolo previdenziale in particolare “sul pervicace atteggiamento governativo ai danni dei ceti sociali più deboli di lavoratrici, lavoratori e disoccupati”, ha proclamato sciopero per le ultime quattro ore lavorative della giornata di domani (10 novembre) e di lunedì 13.
“Indecente – scrivono i sindacati dei pensionati – e in una logica prettamente finanziaria questo non cambiar rotta rispetto agli automatismi legge Fornero, in questa follia del progressivo innalzamento dell’età pensionabile come se nessuno un giorno penserà per legge a punire l’inevitabile e progressivo decadimento dell’attitudine lavorativa con l’invecchiamento. Nel frattempo – continua la rappresentanza – stuoli di giovani devono continuare ad attendere il proprio ingresso in questo disastrato e non stabile mondo del lavoro, con un effetto sul loro futuro a dir poco drammatico, se non avranno modo di trovar di meglio fuori Italia. Davanti ad evidenze tali, anche i delegati della Fabio Perini di Lucca come già più volte fatto nel passato, si associano al coro del grande scontento circa l’impostazione e efficacia della politica confederale e interconfederale, per gli effetti chiari della totale passività sindacale davanti alla tremenda e distruttiva epopea Monti – Fornero che incredibilmente non ha richiamato la proporzionata reazione allorchè prerogative e diritti per il lavoro hanno sùbito una pesantissima falcidiata. Sarà pure il ‘meglio tardi che mai’, ma troppo difficile ora recuperare un credito perso per tale atteggiamento, rimasto poi non isolato dalla inspiegabile interruzione della Cgil a dicembre 2014 della buona mobilitazione accesa contro il Jobs Act: adesso – spiegano i sindacati della Perini – quel recupero, assieme ad un minimo di possibile efficacia, potrà esserci se a livello confederale e interconfederale si vorrà dare impulso ad un percorso di mobilitazione serio quindi duraturo, in quanto connesse alla materia previdenza vi sono ulteriori protezioni sociali primarie altrettanto importanti come il diritto alla casa, alla istruzione e sanità, previste ma in via di smantellamento nonostante i dettami fondamentali della Carta Costituzionale. Per quanto sopra, la scrivente Rru pretende dalle proprie organizzazioni un salto in avanti che non si fermi a semplici dichiarazioni e proclami mezzo stampa, ma che ricorra all’unico strumento storicamente efficiente per provare a dare un cambio a questo andazzo semplicemente ai danni delle classi sociali più deboli che si chiama mobilitazione e scioperi. Diano questo segnale con la dovuta continuità – concludono – o altrimenti sarà la solita teatralità mediatica che da anni a questa parte ha solo prodotto arretramenti per coloro che sperano dalle organizzazioni di avere un barlume di tutela”.