Chi a Castelnuovo c’era, il 5 settembre del 1977 se lo ricorda bene. Chi invece non era ancora nato, più volte ha sentito raccontare cosa successe quel giorno di fine estate di 40 anni fa, quando la comunità, religiosa e civile, venne profondamente scossa dall’incendio che divampò nella sacrestia duomo cinquecentesco intitolato ai santi Pietro e Paolo. Andò quasi completamente distrutta il crocifisso ligneo venerato come ‘Cristo nero’ da molte generazioni di fedeli. Solo un anno più tardi l’icona tornò, restaurata, al suo posto, e tutta Castelnuovo celebrò il ritorno con una festa.
Questa storia, cara agli abitanti di quel territorio, sarà raccontata nuovamente attraverso una mostra fotografica che il circolo Fotocine Garfagnana inizierà ad allestire lunedì (4 settembre) nella Cappella del Cristo nero. L’inaugurazione ufficiale, invece, è prevista per sabato 9 settembre alle 18,45 a conclusione della messa prefestiva. “Volevamo celebrare questo anniversario tondo – spiega Pietro Guiduglio, presidente del circolo – e per l’occasione abbiamo deciso di rispolverare le fotografie che scattò, all’epoca, il fotografo livornese Romano Biasci. Sono in tutto 24 scatti, 7 dell’incendio e 17 della processione lungo il centro storico che accompagnò il rientro del Cristo nero restaurato in duomo, il 17 settembre 1978”. Cosa ci facesse un fotografo livornese a Castelnuovo di Garfagnana il giorno dell’incendio è presto detto: già all’epoca il circolo Fotocine Garfagnana aveva organizzato la mostra di un concorso fotografico e il Biasci, che aveva partecipato come rappresentante del Club 35 mm di Livorno, era arrivato in paese per vedere i suoi lavori esposti. Quando l’incendio divampò, il fotografo non esitò a vestire i panni del reporter e documentò l’accaduto, consegnando poi il rullino al giornalista Giuliano Poli de La Nazione, abitante di Castelnuovo di Garfagnana. “Fu un atto di grande fiducia – commento Pietro Guidugli – perché all’epoca non era immediato come ora fare copie delle foto scattate: consegnare i rullini significata esporsi al rischio di perderli. Il quotidiano stampò le foto e le utilizzò per un ampio reportage che pubblicò, a tutta pagina, il giorno in cui il Cristo nero ha fatto ritorno in duomo. Anche il ritaglio dell’articolo sarà esposto”. Le foto di Biasci furono premiate con una menzione speciale durante il concorso fotografico che il circolo organizzò l’anno seguente – quando il fotografò decise di tornare a Castelnuovo per immortalare anche la festa per il rientro della scultura. “Molti si riconosceranno nelle foto in mostra, molti riconosceranno volti amici oggi scomparsi – afferma ancora Guidugli – e questa vuole essere la forza evocativa di questa piccola esposizione, che rimarrà allestita fino a novembre, quando lascerà il posto al presepe. Purtroppo – conclude – mi risulta che Romano Biasci sia scomparso e che il circolo fotografico livornese sia stato chiuso. La mostra Quando il Cristo nero bruciò non sarebbe stata possibile se il Biasci non ci avesse, all’epoca, fatto dono delle sue foto”. Fotografie che confluirono, sempre nel 1978, in un libello artigianale confezionato dalla parrocchia di Castelnuovo di Garfagnana con le testimonianze dirette dell’episodio.