
Questa volta gli attivisti del movimento Italia Punto ea Capo della valle del Serchio puntano il dito contro la società partecipata dai comuni garfagnini e che si occupa della raccolta dei rifiuti, Gea srl.
La tesi è semplice: la società che ha ereditato una situazione debitoria da parte di Severa Spa dopo la sua liquidazione, nel 2015 ha chiuso in attivo i propri bilanci per circa 600mila euro. Ora una società che chiude in attivo in Italia è soggetta ad una tassazione degli utili e qui nasce l’indignazione di Italia Punto a Capo perché secondo gli attivisti del movimento, i soldi che i cittadini hanno pagato con le cartelle delle tasse alla fine sono andati in parte allo Stato sotto forma di tassa sui 600mila euro di utili.
“Morto un papa se ne fa un altro. Peccato che a rimetterci siano sempre e solo i cittadini”. Esordiscono così, ironizzando, dal movimento e aggiungono “Il nostro movimento politico ha preso visione del bilancio 2015 e da una attenta lettura è emerso come Gea abbia chiuso l’esercizio con un utile di circa 600mila euro e pagato di conseguenza centinaia di mila euro di tasse allo Stato. Proprio qui si trova un nodo da districare per fare chiarezza. Attendiamo la pubblicazione del bilancio 2016 per valutare meglio la situazione. Intanto ci chiediamo se sia giusto che famiglie, imprese, attività commerciali e artigianali, paghino in bolletta, oltre al legittimo servizio di raccolta dei rifiuti, anche la quota parte dei debiti pregressi e le tasse generate sugli utili di esercizio”.
Non solo da Italia Punto a Capo poi fanno anche una valutazione politica sul passaggio da Severa a Gea che ha causato un danno per i cittadini: “Liquidata Severa, dopo aver divorato svariati milioni di euro di capitale sociale, – Dicono dal movimento – regolarmente versato dai comuni garfagnini, qualcuno ha deciso di far pagare i debiti accumulati, oltre il valore di altri svariati milioni di euro, alla società Gea appositamente costituita sempre dagli stessi comuni nel 2015, con un capitale sociale di appena 80.800 euro. Gira che ti rigira – puntualizza Italia Punto a Capo – a pagare tocca sempre ai cittadini. Oltre al giusto costo del servizio, si somma in bolletta anche la quota dovuta per le scelte disastrose di amministrazioni scellerate”.