Tutto quello che c’è da sapere per la vacanza perfetta in Cambogia: visto, valuta, clima e mezzi

Come ottenere il visto per la Cambogia e quali mesi preferire per visitare il tempio più grande del mondo
Dopo due anni di restrizioni negli spostamenti a causa della pandemia di Covid-19 che ha messo in ginocchio, come un’onda anomala, intere nazioni, ecco che finalmente sembra possibile tornare a viaggiare con una certa flessibilità di scelta dei luoghi. Dalla vecchia Europa all’America fino alle più esotiche Thailandia e Cambogia, la principale preoccupazione è tornata a essere il chiedersi se si possiede un passaporto in corso di validità o quali siano i tempi per ottenere il necessario visto.
Certo, il pericolo del contagio c’è ancora, ma grazie alla campagna di vaccinazione condotta – sebbene a diverse velocità – da più paesi la situazione è in costante miglioramento. È tempo, dunque, di concedersi avventure nuove e scoperte affascinanti. Se nell’estate 2021 girare per l’Europa non è stato difficile (ricordate la app ReOpenEu?), il 2022 può diventare l’occasione per ritirare fuori dal cassetto quel progetto di viaggio in terre lontane rimasto per due anni in stand-by.
Destinazione Cambogia
Tra le mete più ambite e certamente più affascinanti c’è il sud est asiatico: panorami e colori mozzafiato, ritmi di vita completamente diversi, cibo buonissimo. Ma prima di partire è necessario informarsi per bene. Per esempio, quando conviene recarsi in Cambogia? Bisogna sapere anzitutto che l’anno cambogiano contempla una stagione definita ‘secca’ da ottobre ad aprile e una stagione delle piogge che può coincidere con quella della nostra estate, sebbene con qualche variazione dovuta ai cambiamenti climatici in atto. Il periodo migliore è quello che va da ottobre a gennaio perché è molto frequente che le giornate siano di sole, con temperature abbastanza piacevoli. L’afa arriva tra aprile e giugno e apre la strada alla stagione dei temporali.
La Cambogia non è come la Thailandia e per certi versi non è ancora ben servita dal punto di vista turistico. Questo non vuol dire che non ci siano mezzi pubblici per spostarsi, anzi, sono da preferire di gran lunga al noleggio di un’automobile perché la patente italiana non ha alcuna validità. Da escludersi anche il treno: la Cambogia non è un paese con linee così efficienti, almeno per adesso. Bene invece l’opzione taxi o auto con autista e l’opzione bus o minibus. Le due città principali, Phnom Penh e Siem Reap, sono parecchio distanti: un volo interno, in questo caso, potrebbe essere la soluzione più veloce per la modesta cifra di circa 35 dollari di costo.
Come procurarsi il visto
Prima di addentrarci in altre considerazioni su questo spettacolare angolo di sud est asiatico è fondamentale chiarire che servirà un visto per Cambogia. Si tratta di un visto turistico che permetterà di rimanere nel paese per 30 giorni consecutivi. L’accesso è unico: non si può, quindi, entrare, rimanere qualche giorno, visitare un altro stato e poi rientrare.
Esistono modi diversi per ottenere il visto: all’arrivo negli aeroporti internazionali, alla frontiera per chi arriva in barca lungo il Mekong o ai valichi di terra al costo di 36 dollari. A questa cifra consuetudine vuole che vada sommata una piccola ‘mancia’ per le guardie.
Non si deve confondere, tuttavia, la durata massima della permanenza con la validità del visto Cambogia, che è invece di 90 giorni dalla data di emissione.
Chi vuole evitare brutte sorprese dell’ultimo minuto può affidarsi al sito ufficiale del governo o a un portale in grado di occuparsene almeno una settimana prima dell’inizio del viaggio. Un altro dettaglio interessante da conoscere prima di partire riguarda i soldi. La moneta è il riel cambogiano ma, di fatto, in pochi usano questa valuta: persino i bancomat erogano dollari americani.
Il tempio di Angkor Wat
L’attrazione più nota – e impegnativa – è l’immenso sito archeologico di Angkor. L’area è estesa per 400 chilometri quadrati e ci sono centinaia di templi induisti e buddisti: comprende la pianura alluvionale compresa tra il lago Tonlé Sap e le montagne del Phnom Kulen. Tra il IX e il XV secolo fu il centro politico e religioso dell’impero Khmer. Fu un decreto reale nel 1994 a istituire ufficialmente il sito. Sono circa 80 gli edifici più importanti del parco archeologico, quelli ripuliti dalla vegetazione e in buona parte anche ricostruiti durante il periodo della presenza coloniale della Francia, a partire dal primo dopoguerra. Il tempio più noto, più fotografato e amato è l’Angkor Wat, l’edificio religioso che detiene il primato di più grande del mondo, fatto costruire dal re Suryavarman II nel XII secolo. Angkor Wat è certo uno dei motivi per cui vale la pena darsi da fare per ottenere il visto per la Cambogia. Un’ultima curiosità: in Occidente diventò popolare a metà del XIX secolo, quando furono pubblicate le note di viaggio dell’esploratore e naturalista francesce Henri Mouhot.