Dal Fondo europeo di sviluppo regionale oltre 500 milioni per sostenere le imprese toscane

L’assessore Regionale Marras e il presidente della Provincia Menesini hanno sottolineato “l’importanza dei contribuiti sui temi dell’innovazione, della ricerca e della competitività”
Ricerca, innovazione, digitalizzazione, competitività, transizione ecologica e digitale del sistema produttivo. Su questi assi portanti si sviluppano le nuove misure cofinanziate dalla Regione Toscana e inserite nel nuovo settennato 2021-2027 del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) per dare sostegno alle imprese toscane e quindi anche a quelle che operano nel territorio della provincia di Lucca.
Oggi a Palazzo Ducale si è tenuta l’ultima tappa del tour di presentazione delle misure destinate alle imprese del nuovo settennato 2021-27 del Fesr, Fondo europeo di sviluppo regionale denominato Toscana Europa guidato dall’assessore regionale all’economia e al turismo Leonardo Marras accompagnato dai tecnici regionali. A disposizione delle imprese toscane ci sono oltre 500 milioni di euro, quasi 100 in più rispetto alla programmazione precedente che ha consentito di attivare 1,2 miliardi di investimenti. Secondo stime, col nuovo PR Fesr si arriverebbe ad attivare oltre 2,7 milioni di euro di investimenti.
Ad introdurre l’incontro in cui sono state illustrate alle imprese locali le opportunità di investimento sui temi citati, è stato il presidente della Provincia Luca Menesini che ha sottolineato “la valenza concreta del Fondo sociale europeo come fondamentale elemento di spinta e supporto all’attività industriale sia di piccola che di grande dimensione. L’Unione Europea ci mette a disposizione diverse e articolate opportunità di investimento; se come enti pubblici in questo momento siamo chiamati a dare gambe ai progetti del Pnrr, che nel caso delle Province sono soprattutto rivolti all’adeguamento degli istituti scolastici, il Fesr rappresenta da anni un volano imprescindibile per le imprese che puntano ad innovare, a rimanere competitive sui mercati, a sviluppare il sistema produttivo”.
“Grazie alla Provincia di Lucca per la disponibilità ad organizzare insieme l’incontro – commenta Leonardo Marras, assessore all’economia e al turismo della Regione Toscana –, credo fermamente che momenti di confronto diretto come questo siano molto importanti per le imprese, perché possono conoscere da vicino e nel dettaglio le opportunità a loro disposizione. Le misure che si apriranno nelle prossime settimane, infatti, e poi di seguito fino a dicembre, saranno una grande spinta allo sviluppo: per aumentare la competitività sui mercati nazionali ed internazionali, per sviluppare innovazioni e nuove applicazioni delle tecnologie, per incrementare la ricerca. Sono certo che il sistema produttivo lucchese, con le sue grandi imprese del cartario e della nautica, ma anche con tantissime piccole e medie imprese che lo rendono variegato, saprà cogliere al meglio le opportunità che si presenteranno; è uno dei più consolidati e reattivi e questo sicuramente sarà un vantaggio per tutti”.
Ecco, in base alle slide proiettate a Palazzo Ducale, come sono ripartiti i 517 milioni di euro che saranno messi a disposizione delle imprese toscane.
Nell’ambito dell’obiettivo che punta a sviluppare e rafforzare le capacità di ricerca e di innovazione e l’introduzione di tecnologie avanzate sono previste tre azioni: Sostegno per l’acquisto di servizi innovativi per la transizione digitale delle imprese. I 73 milioni di euro previsti permetteranno a micro, piccole e medie imprese di fare investimenti in innovazione (di processo, di prodotto e organizzativa) attraverso l’acquisto di servizi qualificati, e di carattere strategico o sperimentale su specifici ambiti tecnologici, filiere produttive, aree territoriali e per obiettivi di sostenibilità (economica, sociale e ambientale); Sostegno agli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione. È l’azione che assorbe quasi la metà del totale delle risorse a disposizione (240 milioni), con l’obiettivo di rafforzare gli investimenti in ricerca e sviluppo delle imprese attraverso l’introduzione di tecnologie avanzate anche per favorire la transizione ecologica e sostenendo la cooperazione tra Mpmi e grandi imprese e tra imprese e organismi di ricerca, anche in forma aggregata; Sostegno per la creazione ed il consolidamento di start-up innovative. Per questa azione ci sono a disposizione 22,8 milioni che serviranno per dare una mano a realtà caratterizzate da alto rischio operativo, scarsità di beni da costituire in garanzia, assenza di storia aziendale e bassa qualità dei dati contabili. Il supporto a queste categorie di imprese sarà concentrato nella fase di costituzione e di primo sviluppo nel mercato per consentire loro di avere un accesso più agevole a canali di finanziamento.
Per quanto riguarda invece l’obiettivo teso a rafforzare la crescita e la competitività delle Pmi ci sono due azioni: Sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo. I 50 milioni resi disponibili potranno essere destinati a Mpmi operanti nei settori manifatturiero, turismo e commercio per l’acquisto di servizi di internazionalizzazione: supporto specialistico all’internazionalizzazione; partecipazione a fiere e saloni internazionali; consulenza e promozione attraverso l’utilizzo di uffici o sale espositive all’estero; promozione; supporto all’innovazione commerciale per la fattibilità di presidio su nuovi mercati. Sostegno agli investimenti produttivi. Sono previsti altri 132 milioni per varie iniziative destinate a supportare le Mpmi nelle fasi di nascita e crescita. Gli incentivi saranno rivolti a favorire investimenti produttivi (materiali e immateriali), in capitale circolante, in creazione di impresa (con attenzione particolare alle micro e piccole imprese femminili e giovanili) e al rafforzamento patrimoniale. Lo scopo è aiutarle a superare i fattori di debolezza strutturale, facilitarne l’accesso al credito o a forme di finanziamento alternative, favorire il consolidamento del sistema produttivo, incentivare processi di transizione tecnologica e digitale, l’adattamento delle produzioni alle caratteristiche dell’economia digitale e la transizione verso un’economia circolare.