Celiachia, la “ricetta toscana” per una diagnosi più veloce

Coinvolti anche i medici di famiglia, con un risparmio per il sistema sanitario regionale

Nuovo percorso per la diagnosi della celiachia con una delibera approvata dalla giunta regionale.

La Toscana mette a disposizione dei medici una serie di indicazioni di prestazioni sanitarie e diagnostiche preparate dai centri di riferimento regionali per la malattia, con esami più puntuali e mirati, che consentiranno di affinare la diagnosi. Il risultato è doppio: i nuovi esami permetteranno infatti da un lato una risposta più veloce al paziente e dall’altro un risparmio dei costi a carico del sistema sanitario regionale.

La Toscana è una delle prime regioni che adotta questa nuovo modello, capace di ottimizzare la fase di screening.  

Ma non è la sola novità. Nella delibera proposta dall’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini è prevista anche la stesura di una relazione di dimissione del paziente, indirizzata al medico di medicina generale, al momento dell’uscita da uno dei centri di riferimento regionali. Questo era stato infatti un altro dei suggerimenti emersi al tavolo tecnico, in modo da migliorare la fase di controllo ed assistenza successiva delle persone affette da questa intolleranza, indirizzando i medici di medicina generale verso i più appropriati percorsi di cura.

Nel 2017 la celiachia è stata inserita tra le malattie croniche e la Regione ha istituito un tavolo permanente, che si occupa del percorso assistenziale riservato ai celiaci ed ha anche istituito un archivio digitale sulle diagnosi e certificazioni. La celiachia colpisce l’1% della popolazione, ma le diagnosi rimangono intorno al 40% di quelle attese, 241.729 pazienti nel 2021 su una popolazione di 58.983.122 persone. Circa 340 mila non sanno dunque di essere celiaci.

Da una rilevazione sullo stesso anno in Toscana i pazienti celiaci diagnosticati sono 18.721 a fronte di 37.370 stimati (ovvero crica il 51 per cento). Per erogare alimenti senza glutine in esenzione la Toscana ha speso nel 2021 oltre 17 milioni e 743 mila euro. Nel 2022 i celiaci diagnosticati sono saliti a 19.741.

“La Toscana – sottolinea Bezzini – già in passato era considerata come un modello di riferimento per le diagnosi e il trattamento dei pazienti celiaci. Adesso innoviamo ulteriormente il percorso di assistenza. Le nuove indicazioni diagnostiche produrranno effetti positivi per il paziente, che  grazie ad un percorso di cura più appropriato avrà tempi di risposta più veloci, ma anche sul sistema, ottimizzando l’organizzazione del lavoro dei medici e con benefici in termini di sostenibilità economica”.