“La misura è colma, Valditara se ne vada”: il mondo della scuola scende in piazza a Firenze

I sindacati hanno indetto una manifestazione per sabato (4 marzo) dalle 14 dopo i fatti del liceo Michelangiolo
Ferma condanna ai fatti del liceo Michelangiolo, solidarietà alla preside e le dimissioni del ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara. Sono questi alcuni dei punti che spingono i Cobas scuola, insieme a Priorità alla scuola a scendere in piazza per la manifestazione nazionale indetta a Firenze per sabato 4 marzo a partire dalle 14 e annunciata nelle scorse ore da Cgil Cisl e Uil.
“In rapida successione abbiamo avuto la denominazione del ministero del merito (che si accinge a dare corpo ai provvedimenti aziendalistici sulla carriera docenti e la formazione obbligatoria ereditati dal governo Draghi), il dimensionamento con il taglio di 700 scuole, le dichiarazioni sull’umiliazione come strumento didattico, poi quelle sulle gabbie salariali e la privatizzazione legate all’autonomia differenziata, la verità storica di regime per l’anniversario della caduta del Muro Berlino in chiaro stile Minculpop – dicono i Cobas -. Ora, sulla stessa lunghezza d’onda, il Ministro prima tace (insieme alla Meloni) sulla vile aggressione fascista avvenuta sabato 18 febbraio da parte di militanti di Azione Studentesca, formazione contigua a Fratelli d’Italia, contro studenti del collettivo Sum del liceo classico Michelangiolo di Firenze, poi definisce ‘impropria’ la lettera agli studenti della preside Savino che, svolgendo efficacemente il suo ruolo di educatrice, aveva ricordato che ‘il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate di migliaia di persone. E’ nato ai bordi di un marciapiedi qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti’ e aveva osato citare Gramsci e il suo ‘odio gli indifferenti'”.
“Fatto ancora più grave, Valditara minaccia possibili provvedimenti nei confronti della dirigente scolastica, per fare poi, di fronte al clamore suscitato e alla presa di posizione dello stesso Mattarella, una precipitosa marcia indietro. Si tratta di uno sfrontato attacco alla libertà d’insegnamento e alla libertà di manifestazione del pensiero, principi fondamentali della Costituzione, nata dalla Resistenza al nazifascismo, che evoca metodi e concezioni autoritarie, tipiche dell’era fascista, durante la quale la scuola era asservita al regime e alla sua ideologia – proseguono -. Il ministro si è posto anche in perfetta continuità con l’atto intimidatorio di Blocco Studentesco (Casa Pound), che ha postato su Twitter una foto con lo striscione mentre viene bruciata la lettera della preside con questo testo: ‘Un’intera generazione di cosiddetti ‘docenti’, in realtà propagandisti politici in servizio permanente, dovrebbe finalmente andare in pensione anticipata. Sono loro la causa principale del disastro del sistema educativo italiano. Rottami del 68′”.
I Cobas scuola, insieme a Priorità alla scuola e ad altri sindacati, associazioni, comitati e collettivi hanno così deciso di scendere in piazza per “ribadire la condanna dell’aggressione fascista agli studenti del liceo Michelangiolo del 18 febbraio ed esprimere la piena solidarietà alla professoressa Annalisa Savino e agli studenti aggrediti, chiedere con forza le dimissioni del ministro del (de)merito e della (d)istruzione (pubblica) Valditara, abrogare le norme sul ridimensionamento, sulla carriera dei docenti, sull’uso dell’algoritmo per discriminare i precari e tutte le altre misure che dequalificano la scuola e riaffermare il ‘no’ ad ogni forma di autonomia differenziata, che frantuma il sistema scolastico e i diritti sociali, aumentando a dismisura la disuguaglianza sostanziale”.