L’uomo invisibile, ecco il thriller dell’anno

Un classico a cui Whannell ha saputo dare una concezione nuova
Reinventare un classico, non è mai semplice. Soprattutto con un pubblico sempre più restio al minimo cambiamento, legato profondamente ai classici e alla loro idea di rintanarsi in una bolla, dalla quale rifiutano di tirar fuori la testa e provare, anche solo per un attimo, a lasciarsi raccontare una nuova storia.
Ed è proprio la strada del reboot moderno L’uomo invisibile, che Whannell decide di percorrere.
Reduce dall’ottimo riscontro di critica ricevuto per l’action adrenalinico Upgrade e complice il fallimento del Dark Universe, iniziato e finito con l’orribile reboot de La Mummia, Whannell e Jason Blum, con la sua Blumhouse, prendono in mano le redini del progetto e ci presentano un prodotto che ha tutte le caratteristiche che ha reso questa casa di produzione un piccolo gioiello, dimostrandoci di riuscire ad inserire tematiche importanti in un genere bistrattato come l’Horror-Thriller.
Cecilia Kass (Elisabeth Moss) decide di fuggire, in segreto, dal marito violento e ossessivo (interpretato da Oliver Jackson-Cohen) e si rifugia a casa di un amico, poliziotto (Aldis Hodge) che vive con sua figlia (Storm Reid). Impaurita e ossessionata, dopo l’annuncio del suicidio di suo marito, decide finalmente di vivere la sua vita.
Ma qualcosa di invisibile, proveniente dal suo passato, non è intenzionata a lasciarla andare.
Niente giri di parole: siamo davanti al thriller dell’anno, secondo Ciro Galdoporpora: ecco qui la Recensione su Project Movie.