Coronavirus, ecco la riorganizzazione degli ospedali in Toscana

Interventi chirurgici, visite specialistiche e diagnostica solo negli ospedali No Covid
Riorganizzazione degli ospedali e dei reparti, rigorosa separazione tra casi Covid-19 e casi non Covid, linee guida per la gestione dei diversi casi. Un documento varato oggi dalla Regione simula gli scenari e dà le linee guida per la gestione dei pazienti coronavirus nel breve e nel medio periodo. Per la casistica pediatrica, l’Aou Meyer ha allestito un piano di attivazione e di maxiemergenza ispirato alle stesse linee di indirizzo, che verrà presentato a breve.
Il documento muove dai numeri. In Toscana ad oggi registriamo circa 200 casi di ricovero. La Lombardia, la più colpita, ha in ricovero 4700 casi. La Regione Toscana ha provato a simulare la tenuta del sistema con 2-3mila casi positivi ricoverati, per prepararsi a questo possibile scenario.
La domanda di fondo è un sistema come il nostro, con 12mila posti letto disponibili e con oltre 400 posti letto di terapia intensiva, può andare in crisi nell’eventualità di 2-3mila ricoveri? La risposta è no, a condizione che il sistema si organizzi diversamente, tenendo conto delle peculiarità del contesto: la facilissima diffusione e contaminazione ambientale del virus; la sufficiente disponibilità di presidi Dpi (Dispositivi di protezione individuale); garanzia di continuità tra posti letto di terapia intensiva e di ricovero in subintensiva e ordinaria; mai dimenticare che oltre alla criticità del coronavirus permangono altre emergenze di patologie non legate al Covid-19.
Il punto chiave è la riorganizzazione degli ospedali, che vengono adesso suddivisi in ospedali core (principalmente dedicati a Covid-19) di tipo A; ospedali Core tipo B; ospedali no core.
Gli ospedali core tipo A sono le tre aziende ospedaliero universitarie di Careggi, Pisa e Siena, che garantiscono il maggior numero di posti letto di terapia intensiva e specialità non presenti nelle altre aziende.
Gli ospedali core tipo B sono, come quelli di tipo A, quelli che garantiscono immediatezza e adeguatezza per svariate patologie (le cosiddette reti tempo dipendenti, per patologie come ictus, infarto, eccetera) e hanno un numero di posti letto di terapia intensiva tale da creare un’unità Covid riservando anche posti letto non Covid.
Gli ospedali no core sono quelli senza terapia intensiva (o con pochi posti letto di terapia intensiva), da non coinvolgere per Covid-19. Si tratta di numerosi ospedali pubblici e di tutte le case di cura private.
Gli ospedali di tipo A e di tipo B allo stato attuale hanno complessivamente circa 8mila posti letto. In questi ospedali devono essere tolte tutte le attività previste dall’ordinanza numero 8: interventi chirurgici programmati, attività ambulatoriali, ecc.; devono essere invece garantite tutte quelle attività previste sempre dalla medesima ordinanza: emergenza/urgenza, oncologia, trapianti, centro ustioni, visite urgenti, eccetera
Ogni caso che viene ricoverato nei core A e nei core B deve essere sottoposto a tampone prima dell’entrata.
Negli ospedali no core ci sono circa 4mila letti, comprendendo anche quelli del privato accreditato. Questi ospedali sono dedicati ai pazienti non Covid per interventi chirurgici, ricoveri medici, visite specialistiche e diagnostica, per sopperire alla riduzione delle attività degli ospedali core A e core B.
L’accesso agli ospedali no core sarà limitato a pazienti senza febbre, raffreddore, tosse o sintomi influenzali; pazienti provenienti da ospedali core A e B e negativi al tampone, e anche per questi sarà prevista l’esecuzione del tampone nei casi con sintomatologia.