Cartelle Imu inviate alle parrocchie, scatta la protesta a Bagni di Lucca

Progetto Futuro: “Le indicazioni sono di far pagare il più possibile ai superstiti che testardamente continuano ad abitare in questo territorio”
“Questa amministrazione continua a voler far cassa solo con i soliti capitani coraggiosi che sono i cittadini”. Esordiscono così i consiglieri comunali di Bagni di Lucca della lista Progetto Futuro – Laura Lucchesi, Massimo Betti e Claudio Gemignani – riguardo al pagamento Imu inviato alle parrocchie del territorio.
“Le indicazioni sono di far pagare il più possibile ai superstiti che testardamente continuano ad abitare in questo territorio – proseguono -. Oramai si tassa tutto, probabilmente perché in questa maniera qualcuno cede alle ingiustizie per evitare onerose spese legali che potrebbero superare la tassa richiesta. Sotto il salasso di questi moderni vampiri abbiamo in prima file le nostre parrocchie. Ai nostri amministratori non interessa nulla della chiusura di attività e dell’emorragia di cittadini verso Comuni più accoglienti, che infatti hanno maggiore crescita rispetto a noi. Prendiamo appunto i casi delle nostre parrocchie: a causa della mancanza dei sacerdoti, oggi un parroco si trova a gestire da solo numerose parrocchie, con le canoniche vuote che, per i nostri amministratori, sono tutte seconde case e quindi tassate come tali. Questo riguarda anche campanili e locali parrocchiali, che sono edifici dove si svolgono attività sociali e umanitarie, per non parlare dell’Imu richiesta sulla canonica della chiesa di San Martino a Bagni Caldi, oggi in condizioni precarie e di inagibilità per lavori sulle strutture termali effettuati in epoche passate dal Comune stesso. D’altra parte è anche vero che quando i soldi sono sprecati in campagna elettorale per tappare in maniera schizofrenica e antieconomica buchi nell’asfalto a chiunque ne facesse richiesta, le conseguenze ricadono poi su tutti. Perché Comuni vicini non hanno attuato la stessa politica sulle loro parrocchie?Sulla base di quali criteri vengono fatte queste richieste?“.
“E’ evidente che gli altri comuni hanno dato una lettura più attenta della norma istitutiva dell’Imu che è stata rafforzata dalle due norme di interpretazione autentica inserite nella legge di bilancio 2024 L.213/2023relative all’esenzione dall’Imu per gli immobili posseduti e utilizzati dagli enti non commerciali e tra essi dalle parrocchie. A tal proposito, va ricordato che l’art. 1 comma 759 lett. g) della L. 160/2019 riconosce l’esenzione dall’Imu per ‘gli immobili posseduti e utilizzati dai soggetti di cui alla lettera i) del comma 1 dell’articolo 7 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, e destinati esclusivamente allo svolgimento con modalità non commerciali delle attività previste nella medesima lettera i’. Dunque, per beneficiare dell’esenzione, viene richiesta la compresenza di due requisiti: un requisito soggettivo, in quanto il soggetto passivo Imu deve qualificarsi come ‘ente non commerciale’ ex art. 73 comma 1 lett. c) del Tuir; un requisito oggettivo, ossia l’utilizzo dell’immobile, da parte dell’ente non commerciale possessore, per lo svolgimento, con modalità non commerciali ex artt. 3 e 4 del Dm 200/2012, delle attività istituzionali elencate all’art. 7 comma 1 lett. i) del DLgs. 504/92 (ossia delle attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, di ricerca scientifica, didattiche, ricettive, culturali, ricreative, sportive, religiose e di culto di cui all’art. 16 lett. a) della L. 222/85). La legge di bilancio 2024 dispone che il citato art. 1 comma 759 lett. g) della L. 160/2019, nonché le norme richiamate o sostituite da tale disposizione, vanno interpretate nel senso che gli immobili dell’ente non commerciale si intendono: ‘posseduti’ anche se concessi in comodato a un altro ente non commerciale, funzionalmente o strutturalmente collegato all’ente concedente, a condizione che l’ente comodatario svolga nell’immobile esclusivamente le attività istituzionali previste dall’art. 7 comma 1 lett. i) del DLgs. 504/92, con modalità non commerciali; ‘utilizzati’ anche in assenza di esercizio attuale delle attività istituzionali di cui all’art. 7 comma 1 lett. i) del DLgs. 504/92, purché detta assenza non determini la cessazione definitiva della strumentalità dell’immobile allo svolgimento delle predette attività.
“L’esenzione Imu vale quindi anche per gli immobili case canoniche, circoli parrocchiali ed altri fabbricati, non abitate dal parroco o non utilizzati in modo continuativo, purché permanga l’utilizzo anche ad uso diverso da abitazione del parroco, quale per esempio: archivio parrocchiale, luogo di riunione in particolari occasioni di gruppi parrocchiali, attività ricreative e culturali occasionali, magazzini e depositi di beni strumentali per le attività istituzionali. Entrambe le disposizioni sopra illustrate identificano norme di interpretazione autentica, e in quanto tali producono effetti anche per le annualità precedenti alla loro entrata in vigore. Se aggiungiamo la inutile, ad oggi, tassa di soggiorno che penalizza ulteriormente solo le strutture regolari risparmiando chi affitta al nero, se pensiamo alla mancata assistenza alle attività esistenti per chiusura di parcheggi, di servizi, e di manifestazioni che portino gente, il quadro di una mancanza di progettualità a lunga veduta, è palese. Se vogliamo, per voler concedere solo non competenza e non malafede a questa amministrazione, ci limitiamo a questa considerazione: abbiamo amministratori che vivono a Bagni di Lucca, ma non vivono con Bagni di Lucca”.