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Minucciano, dure accuse al sindaco uscente dalla minoranza: “Gravi situazioni lasciate irrisolte”

3 giugno 2024 | 18:44
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Minucciano, dure accuse al sindaco uscente dalla minoranza: “Gravi situazioni lasciate irrisolte”

Il gruppo consiliare traccia un bilancio: “Tanti i problemi diventati cronici con le gestioni Poli”

La minoranza del Comune di Minucciano ci va giù duro con l’amministrazione Poli, tracciando un bilancio della consiliatura.

“Il sindaco Poli – si legge – ha avuto il coraggio, unito a sfrontatezza, di ricandidarsi per la terza volta, dopo 20 anni di partecipazione effettiva alla vita amministrativa del nostro Comune, non curante o cieco dello strascico di gravi situazioni lasciate irrisolte che rispecchiano minore capacità e gravi limiti nella gestione della cosa pubblica. L’assuefazione al contesto ambientale dà luogo a offuscamento che non consente più di vedere e individuare, semmai capaci di riconoscerli, i problemi reali esistenti, identificare le priorità, definire scelte appropriate e programmare interventi amministrativi adeguati e rispondenti alle effettive esigenze del territorio e delle persone che lo vivono”.

“Confermare la fiducia al Poli per un terzo mandato da sindaco – dice l’attuale minoranza – significherebbe continuare l’immobilità economica,culturale e sociale che ci ha imposto, privandoci di qualsivoglia iniziativa adatta al nostro ambiente, alle potenzialità attuali e future del nostro territorio. A lui va sicuramente dato merito di “grandiosi e faraonici” ma quanto mai “irraggiungibili” progetti ampiamente banditi ma di fatto irrealizzabili come ad esempio quello di riqualificazione del campeggio comunale di Gramolazzo, pensato, principalmente, con la partecipazione di capitali privati (4,5 milioni di euro), mediaticamente enfatizzato che è subito abortito, essendo andata deserta la relativa gara d’appalto. Per tamponare la situazione oggetto di forte disappunto dei commercianti della zona che dalle frequentazioni turistiche della struttura si attendevano di trarre dei benefici, il gestore, che aveva già risolto il contratto della struttura, è stato “spinto” a portare avanti l’attività per altri due anni. Tuttavia, nel prosieguo della riservata trattativa, resisi conto che sulla questione la minoranza stava ponendo attenzione, hanno pensato bene di indire una manifestazione di pubblico interesse e a seguire gara d’appalto anch’essa andata deserta. Adesso il campeggio è chiuso e l’amministrazione comunale cosa fa? Colpevolizza l’ultimo gestore, che nel frattempo ha spiegato tramite web le ragioni per cui non ha inteso riprendere la gestione, imputandogli di aver lasciato in pessime condizioni di manutenzione la struttura riportando fotografie dove si vede erba alta e alcuni sacchi lasciati nell’area. Forse l’amministrazione comunale non ricorda che la passata gestione ha lasciato l’area del campeggio a ottobre 2023 e che quanto da loro evidenziato, alcuni giorni orsono, non può che essere, a parer nostro, dovuto all’incuria che la stessa amministrazione comunale ha perpetuato convinta dell’esito positivo che avrebbe raggiunto il suo grandioso progetto”.

“Tanti i problemi diventati cronici con le gestioni Poli: la gravissima tendenza decrementale della popolazione, sempre più vecchia e fragile, non rinnovata da nuove nascite: dal gennaio 2014 (anno del suo primo mandato) si contavano 2153 abitanti mentre a oggi siamo rimasti in 1761 (392 in meno); il misero benessere collettivo e individuale. Ci sono famiglie che vivono al disotto della soglia di povertà; le scelte non in linea con le aspettative dei cittadini, soprattutto dei pochi giovani ancora residenti nel territorio; la desolazione, devastazione e inquinamento del territorio. Ovunque ci sono ferite evidenti, prodotte dall’uomo e dal prolungato stato di abbandono, difficili da rimarginare; i ravaneti delle cave dismesse, dei bacini marmiferi dell’Acqua Bianca e di Orto di Donna, dovevano essere svuotati restituendo ai paesaggi interessati la loro primaria naturale connotazione. Ciò conferendo il materiale a MI.GRA. per la produzione di carbonato di calcio, attraverso apposita convenzione col Comune, scaduta ormai da più di due anni, che il Poli non ha trovato ancora la forza amministrativa, ovvero il coraggio, di rinnovare in termini più vantaggiosi per l’erario comunale, visto il rilevante valore commerciale nel frattanto raggiunto dal carbonato di calcio; la disastrosa gestione del patrimonio boschivo, con collegato squilibrio degli ecosistemi e gravi, irreparabili danni alla flora e alla fauna autoctone; l’impoverimento delle bellezze naturali per l’accentuata incidenza negativa sui belvedere e sui luoghi fascinosi del circostante degrado; lo scadimento del tessuto urbano con la presenza di ruderi fatiscenti nei centri storici medioevali; l’incuria, desolazione e abbandono dei borghi; le strade trascurate e pericolose, per mancata o scarsa manutenzione; il campeggio di Orto di Donna affidato a privati, per anni, in gestione come tale seppure in difetto dei necessari requisiti di sicurezza e agibilità; il bivacco di Orto di Donna mantenuto inspiegabilmente chiuso quantunque la sua naturale destinazione imponesse il contrario; i collegamenti ferroviari depotenziati dalla soppressione di treni; la riduzione dei livelli occupazionali anche nel comparto marmifero sempre di più messo fortemente in discussione essendosi rivelato sempre meno sostenibile. Nel 2019 il Poli aveva sbandierato 120 posti lavoro in più nelle cave di Gorfigliano e Orto di Donna ma al contrario, non soltanto tale obiettivo è stato clamorosamente mancato, ma addirittura oltre a essere diminuito il pregresso organico complessivo d’impiego si sono ridotte le maestranze locali a favore di quelle provenienti da altri Comuni; l’assenza totale di nuove opportunità e prospettive di lavoro, che invece un differente approccio con le risorse del territorio potrebbe offrire; la grave carenza di servizi pubblici (teleriscaldamento disattivato; depuratori inesistenti o inattivi; orari ridotti degli uffici postali; sportelli bancari e bancomat chiusi; assenza di presidi sanitari; vigilanza urbana occasionale; distributori smantellati; esercizi commerciali chiusi); il depuratore de La Rimessa, destinato a filtrate gli scarichi fognari che si riversano nel lago di Gramolazzo, è diventato una barzelletta. Doveva essere ultimato nel giugno 2014, secondo dichiarazioni mediatiche del Poli, invece, tuttora non è attivo malgrado le sue risposte alle nostre interrogazioni ci accusasse di non vedere la realtà dei fatti”.

“Il primo cittadino – prosegue la minoranza – ha reso incomprensibilmente possibile lo stravolgimento degli assetti societari di Mi.Gra., cedendo parte delle quote comunali al socio Kerakoll, diventato così di maggioranza, garantendogli così libertà di perseguire giustamente i suoi obiettivi industriali basati essenzialmente sulla logica del profitto e che sarà così anche dopo il cambio della ragione sociale di Mi.Gra. in società Bbnefit che la impegnerebbe a perseguire, oltre al lucro, anche scopi di prosperità ambientale e sociale; il teleriscaldamento di Gramolazzo, sponsorizzato dall’amministrazione Poli, inizialmente fatto passare, quasi imposto, come straordinaria fonte di produzione energetica a basso costo di opportunità per la comunità è stato progressivamente abbandonato fino al definitivo spegnimento, in barba agli utenti che si sono trovati improvvisamente spiazzati e danneggiati, costretti a ricorrere ad altre e più onerose soluzioni di riscaldamento;  il progetto di riqualificazione dell’area Acqua bianca di Gorfigliano, già dato per fatto, sta registrando ripetuti scorrimenti agli anni successivi nei bilanci di previsione anche in ragione di ricorsi amministrativi pendenti contro il Comune promossi da privati. È chiaro, quindi, che la valutazione di fattibilità dell’opera non è stata all’altezza di prevedere e analizzare le connesse variabili; l’altro progetto di Palazzo Silvestri (abbattimento e riqualificazione dell’area), presentato enfaticamente dal Poli come di veloce attuazione, sta registrando anch’esso grave ritardo, questa volta però in ragione del motivato e articolato parere contrario all’uopo espresso dalla competente Soprintendenza, contro la quale il Comune sta cercando di reagire con ricorso amministrativo, mentre in tutto ciò l’immobile sta inesorabilmente cadendo a pezzi; il piano di gestione forestale dei boschi di proprietà comunale, approvato dall’amministrazione Poli, ha permesso di lottizzare il taglio delle piante su vaste aree, ivi comprese anche quelle della preziosa Valle di Orto di Donna, ricche di secolari faggeti. Le nostre ripetute segnalazioni sulla necessità di sospendere le attività, mentre sotto gli occhi di tutti si compiva lo sfacelo, il Poli non le ha per niente recepite. Giudicate voi sulla sua “nobile” sensibilità naturalistica”.

“Tutto quanto in cronaca – concludono i consiglieri di minoranza – per doverosa notizia di quei cittadini che ci hanno dato la loro fiducia nella passata tornata elettorale ai quali vogliamo dire d’aver fatto tutto ciò che era in nostro potere, traducendo in innumerevoli interrogazioni e o interventi ai consigli comunali, suggerimenti, criticità emergenti, indicando risoluzioni che purtroppo l’amministrazione Poli non ha mai preso in considerazione”.