Eros Tetti: “Variante al piano cave, profonda preoccupazione per le ripercussioni ambientali”

Il portavoce regionale di Europa Verde: “Chiediamo alla Regione Toscana di rivedere questa decisione”
“In risposta all’approvazione da parte della giunta regionale toscana della variante al piano cave che prevede un incremento del 5% nella produzione di marmo e pietre fino al 2038, il nostro partito esprime profonda preoccupazione per le ripercussioni ambientali, sociali ed economiche di questa scellerata decisione”. Inizia così la nota di Eros Tetti, portavoce regionale di Europa Verde.
“L’incremento quasi meccanico della quota estrattiva – prosegue -, che si traduce in un aumento di quasi 9 milioni di metri cubi di materiale estratto, rischia di compromettere seriamente l’equilibrio tra l’attività industriale e la preservazione dell’ambiente naturale – un equilibrio già vacillante, come evidenziato dagli sforamenti registrati in diversi comprensori estrattivi quali i Gessi Pisani, il Valdarno, la Garfagnana e Poggibonsi. Questo atto, definito dalla stessa Regione come una ‘variante non sostanziale’, infrange di fatto i pilastri fondamentali sui quali era stato costruito il piano cave originale, ossia limitare il consumo di suolo, la qualificazione delle filiere e l’equilibrio tra sviluppo economico e tutela ambientale. La decisione sembra essere guidata più da esigenze di mercato e da richieste di comuni e imprese locali che da una valutazione approfondita delle conseguenze a lungo termine sul territorio e sulla comunità. Infine, è necessario sottolineare come, negli ultimi decenni, il settore delle cave abbia contribuito significativamente all’aumento della disoccupazione, riducendo drasticamente il numero di lavoratori occupati nonostante un considerevole incremento dei volumi di estrazione, reso possibile dalla meccanizzazione. Le cave sono un ambiente lavorativo estremamente usurante, rendendo la professione del cavatore una delle più gravose e rischiose prime nella classifica dei lavori usuranti”.
“È inoltre preoccupante la mancanza di specificità sulla distribuzione degli aumenti di escavazione tra i 98 comprensori estrattivi – continua Tetti -, lasciando spazio a interpretazioni che potrebbero favorire ulteriormente lo sfruttamento intensivo in aree già critiche. La nostra posizione resta ferma nel sostenere che lo sviluppo economico non può e non deve avvenire a discapito della tutela ambientale e della salute delle comunità locali. Chiediamo quindi alla Regione Toscana di rivedere questa decisione, prendendo in considerazione approcci più sostenibili che includano la riduzione dell’escavazione attraverso una vera filiera corta del marmo e anche attraverso il riuso e il riciclo dei materiali (inerti), in linea con i principi dell’economia circolare promossi dalla stessa Unione Europea”.
“La sfida che ci troviamo ad affrontare in questa era di crisi climatica richiede scelte coraggiose e innovative – afferma Tetti -, che pongano la sostenibilità ambientale al centro delle politiche di sviluppo territoriale. Il nostro partito si impegna a lavorare per promuovere alternative sostenibili che garantiscano un futuro più verde e giusto per tutti. Ci appelliamo al consiglio regionale della Toscana e alla nuova dirigenza del Pd che respingano questa assurda proposta che ci riporta all’età della pietra!”.