Stop ai limiti di mandato per i sindaci dei piccoli Comuni, Attuacost non ci sta

L’associazione: “Serve il ritorno a un sistema elettorale proporzionale puro senza premi di maggioranza”
Vincoli di mandato dei sindaci eliminati per i piccoli Comuni, sul tema interviene il Comitato per l’Attuazione della Costituzione.
“Nelle scorse settimane – dice l’associazione – il governo in carica ha approvato un decreto legge in materia elettorale che interviene eliminando o attenuando la ripetibilità dei mandati dei sindaci. In particolare il decreto estende la possibilità di un terzo mandato ai sindaci dei Comuni da 5mila a 15mila abitanti ed addirittura toglie ogni limite in quelli sotto i 5mila abitanti; in questi ultimi si instaura quindi la possibilità che qualcuno faccia il sindaco a vita. In contemporanea si è aperto il dibattito per estendere la possibilità di un terzo mandato anche ai windaci dei Comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti ed ai presidenti di Regione; l’ipotesi al momento è stata stoppata, ma alcune forze politiche, in primis la Lega, promettono di riaprire quanto prima la partita”.
Il Comitato per l’Attuazione della Costituzione Valle del Serchio interviene criticamente sul decreto del governo “in quanto a suo tempo il limite sui mandati, era stato introdotto quale argine al potere enorme dei Sindaci conferito con l’elezione diretta; come indicato dal Consiglio di Stato nella sentenza numero 2765 del 9 giugno 2008 Il limite del terzo mandato è stato inquadrato dalla dottrina come punto di equilibrio tra il modello dell’elezione diretta dell’esecutivo e la concentrazione del potere in capo a una sola persona che ne deriva, con effetti negativi anche sulla par condicio delle elezioni successive, suscettibili di essere alterate da rendite di posizione. In sostanza – secondo Attuacost – non è grave togliere i limiti di mandato in quanto tali ma il pericolo è rappresentato dal combinato disposto con una normativa elettorale e funzionale degli enti locali, modificata negli anni Novanta, che conferisce poteri enormi ai sindaci, squilibrati rispetto agli altri organismi, dove le prerogative dei consigli comunali sono ridotte ai minimi termini. È un sistema conforme ad una idea della democrazia cosiddetta “decidente”, dove la governabilità e la stabilità sono considerate prioritarie rispetto alla rappresentanza ed alla partecipazione; un sistema dove tutto sommato si vuole ridurre l’aspetto democratico al solo momento elettorale peraltro con sistemi all’americana, personalistici e maggioritari spinti”.
Secondo questa concezione chi vince deve essere messo in condizione di governare per i successivi cinque anni senza troppi intralci ed ostacoli Attuacost ritiene che “non sia questo lo spirito che anima la Costituzione del 1948, basata sulla democrazia partecipativa, dove fu scelto il modello di repubblica parlamentare e quindi, a cascata, di preminenza del livello elettivo assembleare (vedi consigli comunali o regionali) rispetto agli organismi monocratici di governo (sindaci o presidenti di Regione), che dalle assemblee elettive dovrebbero discendere e dipendere. Purtroppo le riforme degli enti locali degli anni Novanta hanno spinto l’ago della bussola in senso opposto”.
“Ci sembrano interessanti – conclude Attuacost – alcuni passaggi della sentenza numero 60/2023 della Corte Costituzionale proprio in tema di mandati dei Sindaci “il limite in parola ha lo scopo di tutelare il diritto di voto dei cittadini […] impedendo la permanenza per periodi troppo lunghi […] che possono dar luogo ad anomale espressioni di clientelismo; serve a favorire il ricambio ai vertici dell’amministrazione locale ed evitare la soggettivizzazione dell’uso del potere dell’amministratore locale. L’elezione diretta dei sindaci stabilita dalla legge 81 del 1993 è sostanzialmente una antesignana della riforma del premierato forte voluta dalla Meloni; non sarebbe coerente combattere la riforma costituzionale della Meloni, senza una battaglia che proponga il cambiamento dell’assetto elettorale e funzionale degli enti locali. Pertanto Attuacost ritiene fondamentale una battaglia di tutte le forze realmente democratiche, iniziando da una marcia indietro sull’abolizione dei limiti di mandato per arrivare poi successivamente ad una grande mobilitazione per una riforma della normativa enti locali in senso costituzionale ed in linea con l’ordinamento parlamentare della nostra Repubblica. In breve: sistema elettorale proporzionale puro senza premi di maggioranza; ritorno alla preminenza politica del consiglio comunale, che elegge, ed eventualmente sfiducia, il sindaco e la giunta“.