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La Conferenza delle donne democratiche: “Basta violenza, basta morire per mano di un uomo”

1 marzo 2024 | 14:43
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La Conferenza delle donne democratiche: “Basta violenza, basta morire per mano di un uomo”

L’appello dopo a una settimana dall’8 marzo: “Tutti i giorni siamo e dobbiamo essere in prima linea a difendere il diritto delle donne ad autodeterminarsi, a essere libere, a scegliere quali opportunità cogliere per crescere, realizzarsi, vivere”

“Basta violenza, basta morire per mano di un uomo”. L’appello della conferenza delle donne democratiche di Lucca, Piana, Mediavalle e Garfagnana.

“Inizia marzo e, mentre ci apprestiamo a celebrare la Giornata Internazionale della Donna, non possiamo non rivolgere il nostro pensiero a tutte quelle donne che sono state uccise, a tutti quei femminicidi che hanno insanguinato, nei giorni passati, anche i nostri territori. Nessun tempo è esente, nessun luogo è esente dalla violenza sulle donne che si esercita in tanti modi, dal più velato ed insidioso, al più tragico e fatale – dicono – Sara Buratin, Maria Ferreira, Renee Amato, Nicoletta Zomparelli e Antonella Salamone sono le ultime in ordine di tempo, le donne uccise nel mese di febbraio, precedute da altre donne, da altri nomi, da altre esistenze brutalmente annientate da uomini. Ogni colpo inferto a loro è un colpo inferto a tutte le donne, giovani, adulte e anziane, ricche e povere, italiane o straniere. Diciamo sempre che l’otto marzo dev’essere tutti i giorni e così tutti i giorni siamo in prima linea a difendere il diritto delle donne ad autodeterminarsi, ad essere libere, a scegliere quali opportunità cogliere per crescere, realizzarsi, vivere”.

“Purtroppo, i diritti faticosamente conquistati nei decenni scorsi non sono dati acquisiti e intoccabili, ma sono sempre suscettibili di pericolosi ritorni ad un passato che non vorremmo più vedere. Ed è solo con la prevenzione che si può progredire, attraverso un’opera continua di informazione, di tutela, di difesa in cui le donne devono essere messe in condizione di poter avere gli stessi diritti degli uomini – dicono ancora -. Finché le donne avranno difficoltà all’accesso al lavoro, alla conciliazione dei tempi di vita, ad un reddito dignitoso che consenta loro di non dipendere economicamente più dai compagni che le maltrattano, non saranno mai libere. E qui, come donne democratiche, sta il nostro impegno: rimuovere gli ostacoli che vengono posti a tutte noi davanti da un sistema troppo abbarbicato a schemi obsoleti, volti solo a difendere i privilegi di pochi. Il sangue versato dalle donne non dev’essere vano, ma un monito a guardare avanti per la libertà di tutte“.

“Le panchine rosse, i lucchetti nei pressi delle nostre piazze (come quelli che sono stati asportati di recente dalla statua della Pupporona, e ne chiediamo il motivo al Comune di Lucca) non sono simulacri vuoti di finta partecipazione, ma sono punti di partenza per le battaglie che proseguono, in nome di tutte le donne uccise – concludono -. Nella certezza che quello che si fa per ogni donna si fa per tutte e tutti: per tutte le donne e per tutti gli uomini”.