Piano venatorio, Fantozzi (FdI) interroga la Regione: “Ritardi insostenibili”

Il consigliere regionale: “Problemi sia alle aziende agricole che agli istituti faunistici pubblici e privati”
“Il piano faunistico venatorio regionale è lo strumento di pianificazione con il quale sono stabiliti gli indirizzi e gli obiettivi delle politiche regionali in materia di gestione del territorio agricolo-forestale destinato alla protezione della fauna e alla caccia programmata. Bene, da noi è scaduto il 31 dicembre 2015, e di conseguenza la Toscana è senza lo strumento di pianificazione e programmazione da oltre 8 anni, cosa che denota una carenza di volontà politica delle ultime 2 giunte regionali. La situazione sta diventando insostenibile, e l’unico modo per provare a stanare la giunta era con un’interrogazione scritta”.
A dirlo il vice presidente della Commissione agricoltura di Fratelli d’Italia Vittorio Fantozzi, che aggiunge: “La carenza di programmazione, immotivata, sta provocando una serie di problemi sia alle aziende agricole che agli istituti faunistici pubblici e privati. Intanto sono mancanti da anni le linee guida per la rilevazione e liquidazione dei danni alle coltivazioni (articolo 10, comma 8 legge 157/92), fatto che consente agli Atc di agire in maniera del tutto scollegata fra di loro, creando situazioni diverse all’interno della stessa regione. Inoltre è di fatto bloccata ogni modifica territoriale degli Istituti faunistici, con l’impossibilità di costituirne di nuovi e anche di modificarne la superficie sia in aumento che in diminuzione. Senza il Pfvr gli Atc si muovono in maniera scoordinata ed autonoma anche sugli altri loro compiti, quelli individuati all’articolo 12 della lr 3/94″.
“Inoltre – commenta Fantozzi – le associazioni di categoria hanno da tempo richiamato l’esigenza di accelerare il percorso del nuovo Pfvr, al fine di porre le basi nella gestione faunistica e ambientale, così da integrare il mondo agricolo, per una gestione equilibrata di fauna ed habitat. E anche se la situazione si sbloccasse adesso, occorrerebbero ancora molti mesi per giungere all’approvazione del nuovo Pfvr, che vedrebbe quindi la luce alla fine dell’attuale legislatura. Quindi, ben 10 anni senza lo strumento di pianificazione del settore, per motivi ignoti”.
“Per questo motivo, chiedo al presidente della Regione quali sono le motivazioni che hanno portato al ritardo della stesura del nuovo Piano faunistico venatorio regionale – conclude – quali sono i tempi previsti per la redazione finale del Pfvr. E in che misura, pur in assenza del Pfvr, la Giunta regionale intenda predisporre e inviare al Consiglio gli indirizzi sulle linee guida per la rilevazione, stima e risarcimento dei danni alle coltivazioni; sulla revisione delle zone vocate e non vocate alla presenza degli ungulati; sulla qualità e quantità della fauna stanziale da immettere (fagiani, lepri, starne e pernici) e i metodi di allevamento; sul riconoscimento del ruolo strategico che le aziende agricole rivestono nei confronti della fauna selvatica e dell’attività venatoria. Adesso è il tempo delle decisioni serie e delle assunzioni di responsabilità”.