Anche la Valle in marcia per la pace: oltre 50 realtà sfilano per chiedere lo stop alle guerre

Appuntamento sabato (18 novembre) alle 14,30 al Caffè delle Mura. Interverrà anche il giurista Luigi Ferrajoli

Oltre cinquanta realtà toscane in marcia per la pace. Anche Lucca si mobilita per i cessate il fuoco nel mondo con un corteo che si terrà sabato 18 novembre con partenza alle 14,30 dal Caffè delle Mura e arrivo previsto in piazza Anfiteatro. Qui, oltre a poesie, letture e musica, interverrà il giurista e filosofo del diritto Luigi Ferrajoli.

La manifestazione, promossa, tra gli altri, dal Forum della pace – ma che vede l’adesione di tante realtà sindacali, associative, politiche e culturali provenienti anche da fuori provincia – nasce per chiedere la fine delle guerre, dalle più attuali – in Ucraina e a Gaza – alle più longeve e dimenticate, il rispetto dei diritti universali e delle risoluzioni Onu.

“È la prima volta, almeno in tempi recenti, che così tante realtà sfilano insieme per lanciare un unico messaggio – sottolinea Virginio Bertini del Forum – questa è sì una bella notizia, ma è anche il sintomo di un malessere diffuso per la situazione che stiamo vivendo, per le immagini che ogni giorno – sempre meno – vediamo, di bambini uccisi a Gaza, di un massacro che deve finire. Se sabato saremo in così tanti a Lucca, uniti dalle diversità che ci contraddistinguono, è perché il messaggio di pace che arriva dal basso è universale”.

“Senza pace non c’è giustizia sociale – ricorda Don Simone Giuli, della commissione giustizia e pace della Diocesi di Lucca -: e la pace passa sia dalla tregua, dalla liberazione degli ostaggi e dalla fine della guerra, sia dall’attenzione per le lacerazioni che questa lascia nei popoli. Dobbiamo avere un ruolo di conciliazione se vogliamo che le ferite aperte non inneschino nuovi conflitti”.

Tra le richieste del “popolo della pace”, sulla scia del messaggio lanciato da Don Luigi Ciotti proprio a Lucca, anche lo stop al riarmo, e agli investimenti che “sottraggono risorse per garantire i diritti sociali, in primis il diritto alla salute e all’istruzione”.

Le adesioni

I soggetti promotori della marcia per la pace di sabato 18 novembre a Lucca sono: Anpi Lucca, Anpi Capannori, Arci Lucca-Versilia, Associazione Aeliante Odv, Associazione Multidee, Associazione Schierarsi, Associazione Senza Confini, Resistenza Cln Lucca, Cgil provinciale Lucca, Comitato La voce degli Alberi di Pietrasanta, Comitato Possibile LuMaca, Europa Verde Lucca, Gruppo Emergency Lucca, Libera Presidio di Lucca Giuliano Guazzelli, Partito della Rifondazione comunista Federazione di Lucca, Pci Federazione di Lucca e Versilia, Rete Toscana in Movimento, Sinistra Con di Lucca, Sinistra Italiana Lucca e Piana, Società popolare di Mutuo soccorso G. Garibaldi, riuniti nel Forum per la Pace di Lucca Ripudiamo la guerra.

Aderiscono e partecipano, insieme al Forum, al momento: Acqua Bene comune Pistoia, Alleanza Beni comuni Pistoia Odv, Anteas Lucca, Associazione Porti aperti Versilia, Casa delle Donne Viareggio, Circolo culturale Alex Langer Viareggio, Circolo culturale Sirio Gianini Seravezza, Comitato Obiettivo Pistoia, Commissione Giustizia e Pace Diocesi di Lucca, Collettivo Nuova Resistenza Lucca, Confederazione dei Cobas di Lucca, Cospe Viareggio, Gioventù federalista europea, La città delle donne di Lucca, Libera-Presidi di A Siena, Pistoia, Agliana Montale Santomato, Viareggio, Lucca civica, Lucca è un grande Noi, Movimento 5 Stelle di Lucca, Movimento federalista europeo, Movimento No Base né a Coltano né altrove, Movimento per la decrescita felice, Pd Unione comunale Lucca, Pd Unione comunale Capannori, Potere al Popolo Lucca, Uisp Lucca e Versilia, Unione Popolare Lucca, Valdinievole odv.

I commenti delle realtà aderenti

“Condanniamo l’orribile azione di Hamas del 7 ottobre con 1400 israeliani uccisi e circa 250 ostaggi deportati, ma di fronte al massacro dei palestinesi a Gaza, con più di 11mila morti civili (di cui una buona parte bambini e donne), di fronte ai bombardamenti di ospedali e ambulanze è legittimo chiedersi se si tratta di diritto alla difesa o di vendetta, come ha detto esplicitamente un esponente del governo israeliano. Se si seguisse la triste logica del confronto statistico tra i morti si potrebbe forse anche parlare di rappresaglia – dicono dalla  Confederazione Cobas -. Fermare la catastrofe umanitaria e il massacro a Gaza è la premessa indispensabile per offrire una chance di pace a palestinesi e israeliani nell’ambito di uno Stato multietnico, multiculturale, laico e che garantisca a tutti la libertà religiosa e il rispetto del principio di uguaglianza. In linea con la posizione equilibrata assunta da subito dall’esecutivo nazionale della Confederazione Cobas, condanniamo l’invasione russa dell’Ucraina, chiediamo il ritiro delle truppe di invasione, l’immediato cessate il fuoco, l’avvio di trattative diplomatiche e lo stop all’invio delle armi. Chiediamo di fermare la corsa al riarmo, che sottrae risorse per garantire i diritti sociali, in primis il diritto alla salute e all’istruzione, ed espone il mondo al rischio della catastrofe nucleare ed ambientale”.

 

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