Appennino senza neve, almeno 50 milioni di danni. Santanchè: “Ecco come aiuteremo il turismo”

La ministra al tavolo di confronto con Regioni e associazioni di categoria: quattro le misure promesse dal governo per aiutare il settore sciistico e i comuni danneggiati

“Almeno 50 milioni di danni per la mancanza di neve sull’Appennino“. Sono queste le cifre emerse dal confronto tra la ministra del turismo Daniela Santanchè e i rappresentanti delle Regioni del centro Italia – tra i quali il presidente della Toscana Eugenio Giani – e le imprese dei settori coinvolti in quella che assume sempre più i contorni di una vera e propria emergenza.

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A fare la conta dei danni provocati dalle anomale temperature invernali non sono solo gli operatori turistici e il settore sciistico, che vivono le conseguenze dirette della mancanza di neve sulle montagne, ma a questi andrebbero a sommarsi i costi dei disagi che stanno colpendo indirettamente gli altri comparti che ruotano attorno al turismo della neve, e in particolare il commercio.

“Provvederemo subito ad attuare misure per sostenere le aree del turismo sciistico nell’Appennino. L’obiettivo – ha spiegato Santanchè – è innevare artificialmente le piste, finanziare gli impianti di risalita, prevedere ammortizzatori sociali per i lavoratori stagionali, agire per destagionalizzare i flussi turistici”.

Emergenza neve, iniziato il percorso di ascolto tra sindaci e Regione: “Servono incentivi immediati”

Quattro le misure promesse questa mattina dalla ministra del turismo Daniela Santanchè: il fondo del ministero pro impianti e innevamento, l’uso di fondi Covid, l’uso della cassa integrazione in deroga per categorie stagionali e il recupero della tassa di soggiorno.

A discuterle questa mattina (11 gennaio) al ministero del turismo, in sede o in videocollegamento, oltre al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e all’assessore Leonardo Marras, gli assessori regionali di Abruzzo, Emilia-Romagna, Marche e Molise e le seguenti associazioni di categoria: Associazione nazionale esercenti funiviari, Associazione maestri sci italiani, Assoturismo-Confesercenti, Cna, Collegio nazionale maestri di sci italiani Confindustria Alberghi, Confturismo, Federalberghi, Federfuni e Federturismo Confindustria.

“Ringrazio le Regioni e le associazioni di categoria che hanno partecipato al tavolo di lavoro odierno perché si trattava di un appuntamento di fondamentale rilevanza, in cui sono state avanzate richieste giuste e significative in relazione alla questione che conosciamo – ha dichiarato Santanchè al termine dei lavori -. Sono emerse quattro dimensioni cruciali sulle quali agire sin da subito, nell’immediato, in attesa, ovviamente, di approntare una strategia più strutturata e circostanziata per il lungo termine. Innanzitutto, lavoreremo per sbloccare quei ristori già assegnati alle varie Regioni ma al momento vincolati all’emergenza Covid, cosicché possano invece essere rediretti sulla situazione appenninica. Possiamo poi ristornare gli investimenti fatti nel 2022 dagli impianti sciistici per direzionarli sotto forma di nuove risorse per il 2023“.

“Un terzo driver d’intervento – ha proseguito la ministra del turismo – va senz’altro focalizzato sugli ammortizzatori sociali, che in fasi emergenziali come questa, sono fondamentali e ho già avuto dei primi contatti interlocutori col ministro Calderone sull’argomento. Infine, ci muoveremo affinché le località montane dell’Appennino, dove c’è una situazione problematica, le risorse Imu riscosse dallo Stato in virtù del decreto varato dal governo Monti vengano rispese in quei Comuni. La mia preoccupazione più che ai soldi e alle risorse è legata all’execution, alle tempistiche e alle capacità di gestione dei fondi e degli strumenti che verranno messi a disposizione per far fronte al problema. Pertanto, ancora una volta, è necessaria un’interlocuzione continua tra enti locali, associazioni e ministero. Motivo per cui ritengo utile che quello di oggi sia un punto di partenza, facendo in modo che il tavolo per l’Appennino diventi un tavolo permanente sulla montagna, e impegnandomi affinché venga riconvocato tra 2 o 3 settimane per presentare le prime risposte del Governo”.

Un’emergenza, questa, che va a colpire direttamente anche la provincia di Lucca. Già nei giorni scorsi, prima dell’incontro con la ministra Santanchè a Roma di questa mattina (11 gennaio), la commissione istituzionale per il sostegno, la valorizzazione e la promozione delle aree interne della Toscana aveva avviato un percorso di ascolto con l’Associazione nazionale esercenti funiviari e Federfuni e alcuni dei sindaci dei comuni coinvolti, tra i quali Careggine e Castiglione di Garfagnana.

“Il momento nero della montagna toscana e dei cinque comprensori che stanno facendo i conti con la mancanza di neve impone l’attivazione di un vero e proprio piano – ha detto Giani -. I danni diretti si possono quantificare in 50 milioni di euro, ma possono diventare 150 se consideriamo anche quelli indiretti“.

Il presidente ha espresso soddisfazione per la rapida disponibilità ad aprire un tavolo da parte del ministro Santanchè, inoltre valuta positivamente l’accoglienza di una proposta da lui suggerita.

“Con una disposizione di legge assunta circa 10 anni fa durante il  governo Monti – spiega Giani – era stata assunta una misura che prevedeva che il gettito dell’Imu nei comuni con una particolare quantità di seconde case dovesse essere tenuto per il 50 per cento nel bilancio del comune e, per il restante 50 per cento, inserito in un fondo specifico del ministero che avrebbe provveduto a distribuire  queste risorse su altri comuni disagiati. Oggi i comuni disagiati sono proprio quelli che percepiscono l’Imu anche delle seconde case e quindi la proposta, in via definitiva o almeno per tre anni, è quella di non redistribuire, attraverso il fondo, questi soldi ma di trattenerli in questi comuni. La proposta ha trovato immediato riscontro in comuni montani di varie regioni come Abetone-Cutigliano (Toscana), Pescasseroli (Abruzzo), Sestola (Emilia Romagna); nella riunione si è convenuto che questo potrebbe essere un primo intervento a costo zero per il bilancio dello stato per mantenere il gettito delle seconde case direttamente nei comuni montani. Prendiamo l’Abetone – evidenzia Giani – su 1,9 milioni di euro, un milione dovrebbe essere restituito a questo fondo nazionale. La nostra proposta è che per le località di montagna dell’Appennino alle prese con l’emergenza neve, quello che viene riscosso venga rispeso in quel comune”.

Il presidente ha sollecitato altri provvedimenti ‘importanti e urgenti’ a tutela del lavoro e dell’economia locale: “Innanzitutto la possibilità di accedere alla cassa integrazione in deroga per per i lavoratori a tempo indeterminato e stagionali. E poi la sospensione dei mutui assunti per spese dedicate a investimenti inerenti l’attività economica della montagna”.

“È una situazione drammatica – ha aggiunto Marras – che vive la nostra montagna e che si estende a tutto l’Appennino. Occorrono immediate azioni per fare fronte allo stato di vera e propria emergenza. Siamo pronti a collaborare immediatamente con il ministero per costruire le misure più appropriate per affrontare l’emergenza e per disegnare un progetto con una prospettiva di lungo periodo”.

I commenti

Irene Galletti, capogruppo M5S in Regione Toscana, commenta le dichiarazioni del governatore Eugenio Giani a margine dell’incontro tra la ministra del turismo Daniela Santanchè, i presidenti delle regioni del centro Italia e gli operatori del settore, sulla crisi della stagione sciistica dell’Appennino. Per Galletti è un “bene sostenere il settore del sistema della neve del centro Italia con immediate risorse, ma bisogna anche fare una riflessione pragmatica sull’attuale situazione climatica, che rende difficilmente pianificabile una stagione turistica invernale sulle nostre montagne. Più volte, negli ultimi anni, sono stati spesi soldi per sostenere i lavoratori e le imprese del settore sciistico toscano, come ristori e come contributo alla destagionalizzazione delle attività turistiche, senza tuttavia vincolare parte delle somme erogate in maniera decisa a questa seconda eventualità”.

Va fatta una seria riflessione sul ‘Piano Appennini’ che nascerà – chiosa la capogruppo M5s – già annunciato, ma ancora tutto da definire dal punto di vista legislativo. Auspichiamo che le misure che verranno implementate non si riducano ad interventi una tantum, ma che siano vincolate ad una visione politica in grado di cogliere la sfida che i cambiamenti climatici e ambientali che stiamo vivendo ci impongono.”

“Chiederemo chiarimenti in merito alle azioni future della giunta Toscana per tutelare il sistema turistico delle nostre montagne – conclude Galletti – e un’accurata rendicontazione sui soldi erogati al sistema neve regionale negli ultimi dieci anni, per capire se le azioni messe in campo fino ad oggi dalla giunta toscana abbiano avuto un effetto positivo nell’economia della montagna e nel processo di destagionalizzazione dei flussi turistici”.

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