Apuane, Tetti (Europa Verde): “Chiudere tutte le cave sul Monte Corchia”

25 novembre 2022 | 13:05
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Apuane, Tetti (Europa Verde): “Chiudere tutte le cave sul Monte Corchia”

La richiesta: “Serve un progetto di riconversione ecologica ed economica ”

“Apprendiamo dell’ordinanza di sospensione e riduzione in pristino numero 9 del 15 novembre 2022 da parte del Parco delle Alpi Apuane della Cava Tavolini sul Monte Corchia, intervento per lavorazioni in difformità dalla pronuncia di compatibilità ambientale e dal nulla osta del Parco. I controlli effettuati dal comando Guardiaparco hanno individuato diverse presunte irregolarità: secondo quanto contestato, la galleria di accesso risulterebbe circa 70 centimetri più larga del previsto nel tratto finale; taglio di superficie non autorizzato nel punto di contatto tra la galleria di accesso e il cantiere interno e volumi scavati in difformità e non autorizzati”. Inizia così la nota di Eros Tetti – fondatore di ‘Salviamo le Apuane’ e coportavoce di Europa Verde Toscana –  che torna a parlare di cave e ambiente.

“Insomma l’ennesimo esempio dell’ inaudita inadeguatezza della presenza delle cave dentro il parco – tuona Tetti -, la cui sete di profitto porta costantemente a non rispettare le regole base dell’escavazione. Oppure dobbiamo pensare che sia impossibile, per la natura stessa dell’escavazione, poterle rispettare? In ogni caso chiediamo a gran voce la chiusura e la dismissione completa di tutte le cave che impattano su questo monte. Il Monte Corchia, il cui scempio in cresta è visibile da mezza Toscana, è una delle montagne più importanti dell’ intera catena e lascia basiti il fatto che non si riesca e forse non si voglia salvaguardarla. Uno dei complessi carsici più importanti d’ Europa, tutt’ora in fase di esplorazione, un valore geologico talmente importante da essere uno dei geositi principali della rete mondiale dei Geoparco Unesco. La nostra richiesta di chiusura totale dell’escavazione, a fronte di un progetto di transizione ecologica ed economica, su questa montagna è l’unica via sensata per porre fine al massacro di questo luogo, fondamentale cuore pulsante della maggior parte delle falde acquifere del territorio”.

“Si punti, come già si doveva fare da tempo – conclude -, allo sviluppo di tutto il potenziale turistico, agricolo e artigianale per reintegrare l’occupazione locale, oggi dobbiamo obbligatoriamente dare priorità all’acqua e all’ambiente se vogliamo continuare a vivere su questi territori”.