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Martiri delle foibe, consiglieri di opposizione chiedono l’intitolazione di una strada

8 febbraio 2020 | 09:25
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Martiri delle foibe, consiglieri di opposizione chiedono l’intitolazione di una strada

La richiesta da Borgo a Mozzano, Bagni di Lucca e Coreglia: “Stessa dignità a tutte le vittime dei crimini contro l’umanità”

Ogni azione ingiusta, ogni genocidio, ogni crimine compiuto contro inermi cittadini va condannato a prescindere da chi siano le vittime ma anche a prescindere da chi siano i carnefici. Non solo, dunque, rispetto per le opinioni di chiunque ma anche e soprattutto rispetto per la verità. Crediamo che non vi siano colori politici che possono giustificare tali atti. Riteniamo dunque necessaria una forte attenzione ed un giusto riconoscimento verso ogni evento che abbia causato vittime innocenti”.

Così intervengono, in memoria dei martiri delle Foibe, alla vigilia del giorno del Ricordo, i consiglieri Lorenzo Bertolacci  e Yamila Bertieri di Borgo a Mozzano, Claudio Gemignani e Laura Lucchesi di Bagni di Lucca, Pietro Frati e Donatella Poggi di Coreglia Antelminelli e Manuele Domenici, coordinatore di Fratelli d’Italia a Bagni di Lucca.

“Sarebbe sicuramente lodevole e sintomo di buona volontà – dicono – intitolare una via o una piazza a uno dei tanti martiri morti, magari  dopo ripetute violenze nel 1943 nelle terre della Venezia Giulia. A Norma Cossetto, ad esempio, che è considerata il simbolo di questo terribile periodo”.

“Quando ogni fazione politica avrà guardato nei propri armadi – dicono i consiglieri di opposizioni dei Comuni della Mediavalle – ed avrà scoperto gli scheletri che vi sono nascosti e se ne assumerà la responsabilità senza tentennamenti e senza tentativi negazionisti, quali quelli notoriamente messi vergognosamente in atto in questi giorni da alcuni appartenenti all’Anpi, nel tentativo di screditare o addirittura di sminuire quanto subito dagli infoibati (come rispetto ad altri crimini), potremo affrontare con serenità e compostezza una proficua analisi della storia recente del nostro passato. Il futuro di un popolo non può essere costruito sulla menzogna o su verità parziali. Il futuro di un popolo deve essere costruito, pur nell’ambito di legittime divergenze di posizionamento politico, su una storia comune condivisa”.

“Purtroppo – conclude la nota – eccetto alcuni lodevoli casi anche di amministratori locali che in qualche modo hanno iniziato a celebrare la ricorrenza del 10 febbraio, ce ne sono altri che, benché impegnati ad organizzare alcune cerimonie, nei fatti sembrano non voler concedere la stessa dignità e la stessa rilevanza a tutti i crimini compiuti contro l’umanità“.