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Jasmine Paolini, un successo che viene da lontano: a Bagni di Lucca il tennis è una tradizione

5 agosto 2024 | 19:37
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Jasmine Paolini, un successo che viene da lontano: a Bagni di Lucca il tennis è una tradizione

Dai campi in erba delle ville dei nobili al Tennis Mirafiume: il racconto del ricercatore Marcello Cherubini

C’è tutta una storia dietro l’oro di Jasmine Paolini alle Olimpiadi. A raccontarcela è il ricercatore Marcello Cherubini, il cui racconto, all’indomani del successo a cinque cerchi, riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Se volgiamo lo sguardo ad un recente passato nell’ottica di inserire il fenomeno Jasmine Paolini in un contesto storico, ricordiamo che quando eravamo ragazzi ci piaceva andare su per la strada che costeggia il torrente Camaione (passando da uno dei posti più suggestivi del paese, l’Ospedale Demidoff) per andare a vedere giocare a tennis i Signori Ruspoli, della nobile omonima casata romana.
I due campi da tennis erbati erano sottostanti la Villa di loro proprietà a Bagni Caldi e confinavano con la pubblica via che porta a Granaiola. Ci ricordiamo non i volti dei nobili giocatori, ma il loro abbigliamento. Pantaloni, calzini, scarpe, camicia e golf senza maniche, assolutamente candidi per lui. Altrettanto bianchissima la tenuta della signora in gonnellina a mezza coscia. Ambedue indossavano una visierina parasole e ogni tanto asciugavano il sudore con bianche spugne appoggiate, insieme ad un borsone, su poltroncine in ferro a bordo campo, pur esse bianche.
Questo candore contrastava col terreno da gioco, verde di erba ben pettinata e l’uno faceva apparire più intenso l’altro; così come avviene nelle novelle del Boccaccio dove lo stolto appare più stolto perché si muove accanto all’ intelligente e l’intelligente più intelligente perché si muove accanto allo stolto.
Noi ragazzetti ci fermavamo alla rete che delimitava il campo da tennis, incuriositi e divertiti. Talvolta il nobile giocatore faceva un cenno con la mano ed allora uno di noi lasciava la rete e si dirigeva in fretta dal lato corto del campo vicino ad una piccola sacra cappella ancor oggi esistente anche se abbandonata, dove, da un piccolo cancelletto in ferro, si accedeva al campo da gioco: da lì uno di noi ragazzi entrava per fare da raccattapalle! Essere assoldati per questo incarico era davvero un privilegio anche perché al termine del gioco il signor giocatore ci dava qualche soldino che il raccattapalle poi divideva con gli altri amici, andando a comprare per tutti l’indimenticabile gelatino di Zilia che aveva la bottega-laboratorio in via di Serraglia. Del campo da tennis Ruspoli oggi non v’è più alcuna traccia.
Ma altri campi da tennis in erba erano a Bagni di Lucca, tutti risalenti alla seconda metà dell’Ottocento. Due erano a corredo della Villa dei conti De Chayes ex De Nobili in località Terra Rossa, là dove oggi è ubicata la piscina coperta. Questi campi avevano una tribunetta in pietra di fiume, oggi, crediamo, demolita per fare posto alla ricordata piscina. Un altro campo in erba era al Capoluogo a corredo dell’albergo Regina nell’area oggi trasformata in un parcheggio intitolato a Ian Greenlees, l’elegante e raffinato inglese che definiva Bagni di Lucca il paese a lui più caro in Italia.
A Ponte a Serraglio, oltre ai citati campi Ruspoli, c’erano quelli di Villa Fiori, là dove oggi è il primo grande parcheggio sotto strada.
Ad inizio ‘900 i proprietari li realizzarono non in erba, ma in terra rossa battuta e fu un evento per l’epoca. D’estate, al di là della rete di confine e delle siepi di alloro, non era raro vedere eleganti giocatori e giocatrici.
Quindi a Bagni di Lucca già alla fine dell’800, primi del ‘900 erano presenti ben sette campi da tennis, una dotazione sportiva di grande prestigio che pochi paesi di periferia, ma forse anche poche città, potevano e possono ancor oggi vantare.
E poi nacque il Tennis Mirafiume…
Forse è proprio per questo contesto storico che a Bagni di Lucca il tennis è stato ed è uno sport molto amato e praticato, che ha visto anche nascere e crescere fortissime racchette fra le quali, appunto, Jasmine Paolini!