Anoressia, Gemignani è tornato a casa dopo oltre 5 mesi di ricovero: “Mi hanno salvato la vita”

3 agosto 2024 | 13:51
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Anoressia, Gemignani è tornato a casa dopo oltre 5 mesi di ricovero: “Mi hanno salvato la vita”

La testimonianza del consigliere di Bagni di Lucca, che lancia una raccolta fondi: “Voglio che quanto mi è accaduto non accada ad altri”

Nelle settimane scorse Claudio Gemignani, consigliere comunale di Bagni di Lucca e insegnante di religione cattolica, è tornato a casa dopo circa 5 mesi e mezzo di ricovero in una importante clinica di cura provinciale per i Dca, i disturbi del comportamento alimentare.

Gemignani, molto emozionato, ha raccontato la sua storia anche durante il consiglio comunale dello scorso 31 luglio: il consigliere è tornato sui banchi dell’opposizione dopo 6 mesi.

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Cosa ti aspetta ora che sei tornato a casa?
“Come ho avuto modo di dire nel mio ultimo video, mi aspetta il mondo. Senza il Dca, disturbo del comportamento alimentare. Quello reale, quello dove sei tu, il disturbo alimentare, il mondo, la gente. Esco dalla ‘bolla’ della struttura dove sono ricoverato da oltre 5 mesi e che mi ha letteralmente salvato la vita, ed entro nel mondo, quello che basa le sue fondamenta sull’apparenza e quindi sulla perfezione, che poi è un concetto soggettivo, e sul pregiudizio, tipo l’affermazione ‘mangia’, o le domande ‘perché non mangi’ e ‘ti vedo bene’, che odio in modo viscerale e infatti chiedo, a chiunque mi incontra, di non pormele. Ma entro anche nell’altro mondo, quello che mi ha letteralmente ‘inondato’ di una marea di amore colorato, che mi ha fatto vibrare e mi ha dato la forza di andare avanti. Non me lo aspettavo”.

Che sfide conti di giocare?
“Una sola: quella per la vita. Ma non una sopravvivenza, proprio la vita. Io voglio vivere, come dice una canzone dei Nomadi. Dal disturbo non si guarisce, lo voglio dire chiaramente. Ma il disturbo si può mettere in prigione e tenere strette quelle chiavi che lui vorrebbe riprendere per rientrarti nella mente e fare il caos che ha fatto, ad esempio, nella mia testa nel periodo prima di entrare in struttura. Nessuno riesce a capire il dolore che ho attraversato durante questo ricovero, e il dolore che ho visto. Ma qui, io e i miei compagni di percorso, acquisiamo quegli strumenti che permettono di vivere una vita decente. Vita con una rete alle spalle, quella dei medici: nutrizionista, psicologa, psichiatra. Colgo l’occasione per fare a loro un ringraziamento che non sarà mai grande quanto l’impegno che loro hanno messo nel tirarmi fuori dalla melma”.

Cosa proponi?
“Di non stare con le mani in mano e rintanarmi nel guscio. Io voglio che quanto mi è accaduto non accada ad altri. Non potrò salvare il mondo, ma se anche salverò una sola persona, ne sarò felice. Come? Con la mia testimonianza diretta. Ed ecco che qui entrano in gioco giornali cartacei e on line e una testata tv regionale, che mi hanno dato uno spazio incredibile. Li ringrazio immensamente. Voglio andare nelle scuole, fare interviste, convegni, raccolte fondi, gazebo conoscitivi. La gente deve sapere cosa è questo silenzioso male del secolo. Ho già iniziato, e sta dando i suoi frutti, una raccolta fondi per l’Associazione Acca, associazione per la cura del comportamento alimentare, che opera a Lucca e provincia e della quale voglio diventare un volontario, oltre che un paziente. A lei ho già donato il mio 5 per mille. Di fatto, l’associazione, che ha un sito internet che invito ad andare a vedere, fa progetti di prevenzione in tutte le scuole, e altre attività che arrivano fino alla cura, con medici e altro. Se anche altri cittadini volessero unirsi a me nel collaborare per organizzare iniziative in tal senso, ben vengano. Ad esempio ho già fatto proposte alla dirigente dell’istituto comprensivo di Bagni di Lucca e, essendo consigliere comunale, le farò anche al Consiglio stesso. In spirito di unione e collaborazione”.

Cosa è diventato importante per te?
“Ciò che ho vissuto e spero di riuscire a controllare da ora in avanti, mi ha sconvolto i piani. Come detto sopra, il mondo fuori non riuscirà mai a capire la sofferenza passata da me e da altri amici pazienti. Il disturbo alimentare colpisce in tre modi: con l’anoressia grave (come nel mio caso), con il binge eating e con la bulimia. Come ho già detto in altre occasioni, il mio parroco mi dice sempre che la sofferenza è come un tunnel: buio, impervio, atroce, ma, se percorso, in fondo ci mostra la luce che non è altro che Dio stesso. Sarò ripetitivo, ma in definitiva ciò che è diventato importante è la vita stessa, alla quale ho dato un valore diverso, e a chi di questa vita ne fa parte: Dio, fidanzata, amici, famiglia, alunni, cittadini di Bagni di Lucca, Bagni di Lucca stessa. Ma dovrò rivedere le priorità. Nel mio caso, cambiando l’ordine dei fattori il risultato cambia. Perché sono stato dimesso? Perché, secondo i medici, sono pronto per rivestirmi. Quando sono entrato mi sono spogliato completamente e messo a nudo e affidato ai medici e a Dio, ora sono pronto per mettermi i ‘vestiti’ nuovi, profumati di voglia di vivere e sorridere. Ed io concordo con loro”.

Che consapevolezza hai oggi di te stesso?
“Eh, una consapevolezza diversa. Che valgo, che la vita vale, che ognuno di noi che ha questo disturbo, vale. Colgo l’occasione per ringraziare, di vero cuore, tutti coloro che in questo delicato momento della vita mi sono stati vicini e mi hanno pensato, unitamente alla equipe della struttura, che è stata straordinaria, unitamente ai miei compagni di battaglia”.