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Rimossi gli striscioni di protesta contro la nuova strada nell’oasi di Botri

28 giugno 2023 | 08:59
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Rimossi gli striscioni di protesta contro la nuova strada nell’oasi di Botri

Il comitato rilancia: “I sindaci dell’Unione dei Comuni prendano posizione e facciano un passo indietro”

Cresce il malumore nei confronti del progetto della nuova strada forestale all’interno dell’oasi di Botri. Il motivo, stavolta, è nel fatto che sono stati rimossi gli striscioni di protesta collocati in zona dal comitato per la tutela dell’ambiente montano e della biodiversità della Val Fegana e Val di Lima.

“Togliere le lenzuola con impressa sopra la manifesta contrarietà al noto progetto di apertura di una strada rotabile dentro l’Oasi di Botri, una fascia di protezione creata dalla Provincia di Lucca nel 1992 proprio per garantire maggiore tutela alla importantissima Riserva dell’Orrido di Botri – scrivono dal comitato – ,  è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”.

“Il Comitato per la tutela dell’ambiente montano e della biodiversità della Val Fegana e Val di Lima  a questo punto chiede fermamente che le istituzioni, finora sonnecchianti sul prendere posizione su questa diatriba che vede contrapposti l’Unione dei Comuni  media valle del Serchio e moltissimi cittadini contrari alla realizzazione di questa opera, si esprimano – prosegue la nota -. I fatti narrano che pochi giorni fa una mano ignota ha tolto due lenzuola su cui era campeggiavano le scritte ‘No alla strada in Botri’ e ‘Salviamo la biodiversità’.  Ormai è chiaro e ben sbandierato che lo scopo di questa strada sarà permettere il taglio del bosco demaniale per motivi economici legati ai bilanci di questo ente. Altro che antincendio, peraltro la zona non ne ha conosciuti anche in virtù del fatto che la frequentazione umana è marginale. Chiediamo fortemente ai sindaci di questa Unione, in particolare a Michelini ma anche a Andreuccetti, Bonfanti, Campani e Remaschi che ne è attualmente presidente di fare un passo indietro”.

“Dai contatti che abbiamo avuto a vari livelli – spiegano dal comitato – emerge che una sospensione del progetto con revisione delle autorizzazioni sarebbe cosa buona e giusta.  Oltretutto dalle analisi del progetto emergono incongruenze notevoli: frequenza incendi,  stato del sentiero,  carenze di studi geologici. Aggiungiamo che la strategia forestale nazionale richiede una collaborazione e dialogo con i cittadini anche per definire quali dei servizi ecosistemici di un area forestale debbano essere valorizzati.  Questo conflitto sta sottraendo una marea di risorse che potevano essere canalizzate in una azione sinergica”.

“Se questo processo fosse stato fatto prima, magari avremmo provato a pensare soluzioni alternative per  il trasporto della legna – affermano dal comitato -: ci sono tecniche moderne (teleferiche mobili) ed antiche (dorso di mulo) sempre che il diradamento sia indispensabile in una zona avviata ad una rinaturalizzazione di eccellenza. Nelle strategie moderne la massa non deve essere solo asportata, anzi serve a far accrescere, appunto, la biodiversità. Proteggere e tutelare, insomma. Se tutti noi verremo coinvolti in una reale co-progettazione  potremmo trovare tante soluzioni e magari ulteriori energie da dedicare alla cura del sentiero e perché no, creare un percorso etnostorico e naturalistico”.