Gorfigliano, Mariano Balducci presenta il libro sulla “fenestrella confessionis”

La presentazione si terrà sabato (29 agosto), alle 17,30 nella chiesa parrocchiale
Sabato (29 agosto), a Gorfigliano, nella chiesa parrocchiale, alle 17,30 si terrà la presentazione del volume dello studioso e scrittore Mariano Balducci da titolo La fenestella confessionis di Gorfigliano. Uno straordinario e, fino al lavoro approfondito di Balducci, indecifrato manufatto in marmo, collocato prima nell’antica chiesa parrocchiale di Gorfigliano, distrutta dal terremoto del 1920, oggi detta Chiesa vecchia e poi trasferito nella sacrestia dell’attuale parrocchiale.
Nel rispetto delle normative anticovid- 19 potranno essere presenti fino a 60 persone con mascherina e previa disinfezione delle mani. Introdurrà l’incontro il professor Dino Magistrelli, autore anche delle pagine di presentazione storica del volume. Tutti i proventi del volume vengono devoluti dall’autore alla parrocchia di Gorfigliano. Da parte dell’autore un grazie al parroco don Alessandro Gianni, alla parrocchia di Gorfigliano, Carlo Spadoni, Giovanni Casotti, Dino Magistrelli, Giuliano Casoti.
Si tratta di un bassorilievo, dotato di una fenestella confessionis con piccole aperture che avevano la funzione di salvaguardare qualcosa di sacro e prezioso, come una reliquia o il Santissimo Sacramento. Per fenestèlla, dal latino fenestella, diminutivo di fenestra (finestra), in archeologia si intende una piccola apertura praticata su un manufatto posto su una tomba di martiri e di santi, attraverso cui poterle vedere, senza venirne a contatto. Per confessione si intende invece la tomba o il sacello di un martire o confessore della Fede.
La tavola marmorea di Gorfigliano è completamente scolpita e istoriata e Mariano Balducci, con grande professionalità e conoscenza storico-artistica e religiosa, è potuto risalire alla data di realizzazione, il 10 giugno 1478. Proprio sulla data si era concentrata l’attenzione di diversi cultori di storia locale, propensi a ‘leggere’ in quella iscrizione in latino con diverse abbreviazioni l’anno 1278, dunque due secoli prima rispetto all’interpretazione di Balducci. Per arrivare a definire l’anno 1478 Balducci è ricorso a tutta la sua profonda cultura storico- artistica, sviscerando ogni particolare con un continuo studio critico, analitico, documentale ed artistico.
Il problema centrale è stata la distinzione fra il secondo numero della data: 2 o 4. Balducci ha escluso il numero 2 per la mancanza della sua evoluzione grafica fino a noi, mentre per il 4 tale evoluzione è evidente, ovviamente portando a conforto della sua tesi le fotografie di documenti scritti del XV secolo che riportavano numeri. Nella presentazione pubblica di sabato 29 agosto sicuramente non mancheranno altre erudite spiegazioni.