Suicidio al pronto soccorso, chiesto processo per 3
Sono accusate, in concorso, di aver sottovalutato la situazione di un paziente 51enne della Valle del Serchio che era arrivato al pronto soccorso del San Luca dopo aver tentato il suicidio e di aver omesso quelle accortezze che secondo gli inquirenti avrebbero potuto evitare che l’uomo, ricoverato all’Obi – invece che nel reparto di psichiatria come la procura ritiene invece che fosse necessario – si impossessasse di due sacchetti di plastica e di un laccio, riuscendo, drammaticamente, nel suo drammatico gesto. Per la morte di quell’uomo, avvenuta il 15 maggio di un anno fa, adesso, il sostituto procuratore Piero Capizzoto, chiede il rinvio a giudizio delle tre dottoresse di turno quel giorno al pronto soccorso dell’ospedale di Lucca.
L’udienza di fronte al giudice per le udienze preliminari è fissata al prossimo 13 settembre: dovranno comparire in quella sede le tre dottoresse di 40, 47 e 68 anni, del turno mattutino, pomeridiano e notturno di quel 15 maggio 2018.
Secondo quanto è stato ricostruito dagli inquirenti, il paziente giunse in pronto soccorso attorno alle 9,30 del miattino, dopo aver tentato il suicidio. Aveva ferite agli arti superiori e ad entrambi i polsi. Fu sottoposto a visita psichiatrica. Il medico aveva fatto presenti le criticità e il fatto che l’uomo non si rendeva conto della gravità del gesto, chiedendo di essere ricontattato per un ulteriore consulto. Tuttavia, le condizioni dell’uomo a fine mattinata erano apparse migliorate alla dottoressa di turno, secondo l’accusa, al punto che non fu richiesta una ulteriore visita psichiatra e l’uomo venne ricoverato all’Obi.
Fu in quelle ore che, evidentemente, la situazione precipitò. L’uomo, approfittando della labilità dei controlli – sostiene l’accusa – sarebbe riuscito ad impossessarsi degli strumenti con cui poi si tolse la vita. Ne era nata una delicata inchiesta che aveva portato a iscrivere nel registro degli indagati le tre dottoresse. Le indagini sono concluse e ora il pm ha chiesto per tutte e tre le professioniste il rinvio a giudizio.