Una mozione in consiglio comunale dopo i fatti di Bibbiano e l’inchiesta sugli affidi illeciti in Val d’Enza. A presentarla sono i consiglieri comunali di Un futuro per Bagni di Lucca, Claudio Gemignani e Laura Lucchesi che riprendono un testo realizzato da Fratelli d’Italia Lucca e presentato anche in altri Comuni.
Dopo una serie di premesse in cui si raccontano le vicende giudiziari e si enunciano i testi normativi di riferimento per la tutela dei minori il testo vuole impegnare sindaco e giunta “ad attivarsi presso gli uffici competenti al fine di conoscere con cadenza annuale, secondo criteri uniformi sul territorio nazionale ed attraverso un puntuale monitoraggio, il numero dei minori fuori famiglia, seguiti dai servizi sociali; ad attivarsi presso i servizi sociali al fine di istituire una procedura formale ed omogenea basata sulla collaborazione tra servizio pubblico e le organizzazioni del privato sociale delegate per la gestione dell’affido, per un rispetto degli standard di qualità; agarantire l’assenza del conflitto di interesse tra le diverse professionalità del servizio pubblico e del privato sociale, coinvolte nei procedimenti di affido, anche mediante l’individuazione di strumenti regolamentari e ordinamentali che ne escludano il conflitto dello stesso; ad attivarsi presso il Governo affinché venga promossa la revisione della norma che istituisce il difensore del minore, attualmente previsto solo nei procedimenti di adottabilità, anticipando il momento della sua nomina obbligatoria a quello precedente l’assunzione di ogni provvedimento ex art. 330 e seguenti del codice civile, avendo cura che siano specificate con apposite linee guida il momento e ogni altro elemento necessario ai fini della nomina dell’avvocato del minore, quale soggetto che lo accompagnerà in tutto il percorso giudiziale; a garantire che, nel caso di famiglie indigenti, sia assicurata l’applicazione della legge 4 maggio 1983, nummero 184, che stabilisce che le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la responsabilità genitoriale non possono essere di ostacolo all’esercizio del diritto del minore alla propria famiglia, e che, a tal fine, siano disposti interventi di sostegno e di aiuto a favore della famiglia, affinché in tali casi non si ricorra mai all’affido ma sia, invece, sempre assicurato il sostegno economico dei genitori naturali; ad adottare iniziative volte a garantire la temporaneità dell’affidamento, con l’abolizione della prassi dell’affido disposto, di regola, a tempo indeterminato, garantendo così che il termine di ragionevole durata dell’affidamento, già oggi previsto per legge in ventiquattro mesi prorogabili; ad attivarsi presso gli enti e le Istituzioni preposte affinché venga istituita la figura dell’operatore dell’accoglienza familiare temporanea, un professionista proveniente dal mondo sociale con competenze educative e con esperienza di lavoro nell’ambito del disagio minorile e familiare, che avrà il compito di lavorare, da un lato, direttamente con le famiglie di origine, e, dall’altro, con quelle affidatarie o con le strutture di accoglienza, rappresentandole nelle sedi istituzionali e affiancandole nella gestione del quotidiano, nel rapporto con il minore e nei percorsi educativi che lo riguardano; quindi una sorta di tutor del ragazzo che dopo anni si appresta a lasciare l’istituto o la comunità per l’avvio alla vita autonoma”.