Licenziata a info point, sindacato procede con le vie legali

17 giugno 2019 | 12:20
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Licenziata a info point, sindacato procede con le vie legali

Ancora sulle barricate i sindacati per la vicenda della lavoratrice del punto informazioni del Comune di Bagni di Lucca licenziata. A parlare è il sindacalista della Fp Cgil, Michele Massari.
“A seguito del licenziamento – spiega Massari – oltre ad impugnare formalmente il provvedimento avevamo chiesto un incontro con il sindaco. L’incontro c’è stato in data 6 giugno quando ci siamo visti con il sindaco e la segretaria comunale. In quell’occasione abbiamo verificato se vi fossero possibilità di ricollocare la lavoratrice nell’eventualità di riattivazione in qualunque forma, dell’info point. La risposta, come spesso avviene in questi casi, è stata generica pur lasciando aperta la possibilità di riaffidare il servizio”.

“In effetti, il Comune ha lanciato un indagine per la manifestazione di interesse propedeutica all’affidamento del servizio – prosegue Massari – che, da un primo esame, ci lascia ulteriormente perplessi per i seguenti motivi: l’appalto è aperto solo ai soggetti iscritti alla camera di commercio nel settore turistico. Nello stesso tempo, si stabilisce che non vi sarà alcun compenso per i servizi prestati; nonostante si sapesse benissimo che precedentemente sui servizi era impiegata la lavoratrice licenziata , non si è apposta alcuna clausola occupazionale, negando la precedenza di ricollocazione, nelle attività dell’appalto, del personale che già vi operava. Prassi garantita dalle leggi e dai contratti ed utilizzata in tutte le situazioni dove ci sia da stabilizzare occupazione ed esperienza lavorativa. Nonostante questo, nell’“indagine” si chiedono orari precisi, modalità stringenti del servizio, qualifica del personale con particolari requisiti. Viene da riflettere su come si ritenga possibile retribuire tale personale senza la previsione di un compenso all’affidataria”:
“A questo punto non ci resta – conclude Michele Massari – che dar corso alle iniziative legali a tutela della lavoratrice oltre a chiedere un incontro presso la direzione territoriale del lavoro relativamente alla gestione, in termini occupazionali dell’appalto. Dispiace, dobbiamo dirlo, che non ci sia la volontà di risolvere le questioni in modo conciliativo secondo principi ormai consolidati che in questo caso dovrebbero semplicemente vedere chi lavora , continuare ad essere impiegato nei servizi in cui ha sempre operato… ma probabilmente è solo un problema di volontà che non ci sono”.