
Tana Termini, comitato sulle barricate e pronto a protestare per impedire la riapertura dell’impianto di smaltimento rifiuti.
Dopo il primo sopralluogo della commissione d’inchiesta in merito alle discariche sotto sequestro e al ciclo dei rifiuti, su Tana Termini non si fa attendere nemmeno il commento di Fabio Nesti, presidente del comitato cittadino nato – come ha sostenuto lo stesso presidente – “per controllare che le cose vengano fatte in modo trasparente”. Trasparente proprio come la posizione che lui e gli altri membri della commissione questa mattina hanno urlato a gran voce: l’impianto, lì, non ci deve stare.
“Il comitato – spiega Nesti – è stato formato perché noi cittadini cerchiamo di salvaguardare il nostro territorio. Siamo d’accordo sull’innovazione, però, visti i precedenti, siamo molto dubbiosi. L’impianto in passato ha creato molti problemi alla cittadinanza, odori in particolare, e visto che l’area è circondata da diverse attività commerciali come B&b non è stato certo un problema semplice. Noi vorremmo solo che questi problemi non tornassero a galla. Non siamo ingegneri, non sappiamo il nuovo impianto come funzionerà – se dovesse essere fatto – però non ci sembra il luogo idoneo per uno stabile del genere, soprattutto perché si trova quasi sul letto del fiume, ed essendo in una gola – spiega Nesti – ci sono le correnti che trasportano gli odori”.
“Come comitato non siamo certo contro un impianto innovativo, siamo nel 2019 e giustamente se ci sono le tecnologie perché questo possa funzionare ben vengano. La spazzatura purtroppo bisogna smaltirla da qualche parte, ma il luogo non ci sembra assolutamente idoneo. In una zona come quella c’è da prendere in considerazione anche la viabilità: sia andando verso Bagni di Lucca che verso Pistoia le strade sono un disastro. Sono piccole, come d’altronde tutte quelle di montagna, soggette a molte frane e spesso chiuse. Immaginate queste strade con decine di camion in più che transitano ogni giorno. Un impianto del genere sarebbe stato più comodo e meno costoso vicino all’autostrada, invece si è pensato di metterlo dove già esisteva uno stabile”.
“Uno stabile, quello – continua il presidente – che all’epoca fu posizionato nella cosiddetta zona industriale, anche se in realtà intorno non c’è niente. Impianto costruito dove una volta esistevano vasche di depurazione delle cave Tana, dove gli operai buttavano i fanghi dei macchinari. Non so se sia giusto fare uno stabile del genere su delle vasche”. “Ripeto, non sono un ingegnere – conclude – ma sarebbe bene che chi di dovere aprisse un po’ gli occhi su tante cose, sia sull’ambiente che sul posizionamento”.
Giulia Prete