Botte a convivente, a giudizio per lesioni e violenza

29 settembre 2018 | 14:29
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Botte a convivente, a giudizio per lesioni e violenza

Una brutta storia di disagio sociale, di problematiche legate allo stato di salute e purtroppo di violenza. Si erano messi insieme perché forse pensavano di potersi aiutare a vicenda ma dopo un’interruzione di gravidanza per cause naturali il loro rapporto era diventato un inferno. Lei, 38 anni, ora è in una casa protetta di un Comune della Provincia e lui, 39 anni, è stato rinviato a giudizio per violenza privata e lesioni continuate.

Gli investigatori e gli inquirenti dopo accurate e delicate indagini sono riusciti a risalire agli episodi contestati nel procedimento giudiziario. Tutto è iniziato con una telefonata alle forze dell’ordine di un Comune della Valle del Serchio, da parte della madre della donna per denunciare l’ennesimo episodio di violenza di cui era rimasta vittima la figlia ad opera del convivente. Entrambi sono in cura da anni per differenti problemi di salute legati alle loro condizioni psicofisiche. Ma quando le forze dell’ordine li hanno convocati per discutere della denuncia effettuata telefonicamente dalla madre di lei, la coppia ha provato a sviare le indagini incolpando un fantomatico istruttore di una palestra di aver picchiato la donna. A seguito delle ferite riportate la donna era stata curata in ospedale dove i sanitari le avevano diagnosticato traumi guaribili in 21 giorni. Troppi per la legge italiana. A quel punto si era sommata anche la telefonata della madre ed erano scattate le indagini d’ufficio.
Ma gli investigatori non hanno creduto ai loro stessi occhi durante l’interrogatorio. Mentre parlava la donna stava perdendo sangue dall’orecchio e dalle labbra, segno di percosse recenti. A quel punto l’interrogatorio è proseguito in due diverse stanze e la donna è crollata raccontando tutto. L’uomo l’avrebbe picchiata anche nel tragitto dall’ospedale alla sede dell’interrogatorio. Ulteriori investigazioni hanno convinto gli inquirenti a separare fisicamente la coppia, sistemando lei in un luogo protetto e rinviando lui a giudizio. Il processo inizierà il prossimo dicembre. La donna avrebbe ammesso le violenze subite ma anche quelle perpetrate, a suo dire, contro l’ex convivente e non ha inteso costituirsi parte civile nel processo. Entrambi proseguono ad essere seguiti e curati da sanitari specializzati.

Vincenzo Brunelli