Crisi Molino Rossi, scatta lo sciopero dei lavoratori

Molino Rossi di Ripafratta, la crisi aziendale innesca lo sciopero da parte dei dipendenti. Saranno quasi tutti (su 32 lavoratori totali, ndr) ad incrociare le braccia domani (31 agosto), davanti al cancello della storica azienda – 120 anni di vita – che ha chiesto al tribunale di Pisa un concordato in bianco sul quale i giudici si pronunceranno il prossimo 11 settembre. Unitamente alla richiesta – volta, secondo i rappresentanti dell’azienda, a ripartire – c’è anche quella che prevede il licenziamento in blocco del personale attuale, con la speranza di trovare un nuovo socio per riprendere l’attività, ferma ormai dai primi di luglio. Una crisi, questa, che riguarda da vicino anche 4 dipendenti che vivono a Lucca ed in provincia (tra la città, Capannori, Lammari e la Mediavalle). Considerato lo stato dell’arte, alcuni operai hanno già deciso di licenziarsi, per l’eccessiva incertezza che ammanta il loro futuro. Dalle 7 di domattina, dunque, ecco un sit in di protesta deciso di comune accordo con la Cgil di Pisa: l’obiettivo dei lavoratori – che non ricevono lo stipendio da due mesi – è quello di ottenere almeno quanto spetta per agosto, perché sul mese di luglio deciderà il curatore fallimentare. Non tutti i dipendenti però si fermeranno: alcuni, infatti, preferiscono aspettare il prossimo 5 settembre, data promessa dalla proprietà – ad oggi rappresentata dal solo Paolo Rossi – per saldare il dovuto.
L’incertezza e le perplessità della maggioranza, del resto, scaturiscono anche dal fatto che dallo scorso maggio la proprietà sarebbe alla ricerca di nuovi soci, senza però averne reperiti. Difficile immaginare, secondo i lavoratori, che anche in caso di disco verde per il piano concordatario la produzione possa ripartire subito al massimo, con gli abituali 3mila quintali di farina quotidiani. Sullo sfondo, anche l’ipotesi che un eventuale compratore acquisisca il solo marchio, mentre anche la Regione Toscana si è mossa per favorire un nuovo piano industriale. In caso di esito negativo da parte del Tribunale, il Molino Rossi andrà all’asta e potrà eventualmente essere riacquistato da chi ne avesse interesse.Per i lavoratori, invece, si aprirebbe in ogni caso la procedura di mobilità. Uno scenario che in molti non sono disposti ad affrontare, preferendo licenziarsi e guardare altrove, piuttosto che affrontare un nuovo calvario