‘Premio di risultato’, accordo provinciale per il lapideo

E’ stato siglato oggi (28 giugno) a Pietrasanta – fra sindacati di categoria, numerosi delegati, Rsu ed associazioni industriali della provincia di Lucca – l’accordo provinciale sulla parte variabile del “premio di risultato”, derivante dal vigente Contratto provinciale del comparto lapideo. Gli indicatori di 2 dei 3 parametri, relativi all’anno 2017, hanno espresso un incremento dell’export distrettuale complessivamente del 4,36% sul 2016 (da 688 mila euro circa a 719mila euro circa) mentre risulta una consistente diminuzione del Mol delle 7 aziende campione.
In ragione di ciò, la quota annuale variabile del premio, è risultata pari a 888 euro: il 55%, pari a 488 euro, sarà erogato con la retribuzione del mese di giugno 2018; il 45%, pari a 399 euro, con la retribuzione del mese di ottobre 2018. Il terzo e ultimo parametro verrà definito e calcolato tra le parti in base ai dati Inail sugli infortuni provinciali, entro il mese di ottobre: verrà poi eventualmente aggiunto alla trance di 399 euro. L’importo spetta a tutti i lavoratori ai quali sia applicata la normativa economica del Ccnl dell’industria lapidea, riguarda circa 1.300 lavoratori della provincia.
Aggiungendo all’importo di 888 euro conseguiti anche la quota dei 103,3 euro già erogati ogni due mesi, il premio di risultato provinciale ammonta quest’anno a 1.508 euro provvisori, in attesa del parametro Inail per ora non misurabile per i dati mancanti. Inoltre il Ccpl produrrà altri aumenti già definiti dal 1 gennaio 2019, per 25 centesimi al giorno sull’indennità di mensa (da 6,11 a 6,36 euro); 1 euro al mese per i lavoratori aderenti al fondo pensionistico arco (da 13 a 14 euro) e 0,60 euro al giorno per ogni indennità per lavoro speciale o disagiato.
Il dato del Pdr riflette una ripresa del comparto apuo-versiliese del valore della vendita dei blocchi (+26%, da 182mila euro circa a 246 mila euro) e una preoccupante diminuzione della vendita dei lavorati ( – 7% da 505mila a 472 mila euro circa ). “Questa situazione – affermano i sindacati – rappresenta un problema politico ed economico. Un problema che ancora non sembra trovare una soluzione anzi peggiora sempre più. Invitiamo quindi le istituzioni i Comuni interessati e la Regione Toscana ad attuare le regole stringenti già presenti nel Pit in merito alla filiera. Anche il marchio di distretto – che possa distinguere il marmo escavato e lavorato in loco – potrebbe essere un’altra soluzione per incrementare i posti di lavoro del territorio”.