Sport e disabilità, studenti incontrano Andrea Lanfri

3 aprile 2018 | 15:55
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Sport e disabilità, studenti incontrano Andrea Lanfri

Prosegue anche quest’anno a Bagni di Lucca il progetto Sport e Disabilità con cui si cerca di sensibilizzare i ragazzi sulle opportunità di vivere una vita piena nonostante la disabilità. Il primo incontro si è tenuto venerdì (23 marzo) con Andrea Lanfri, atleta paralimpico pluri-campione italiano, bronzo agli Europei, argento ai Mondiali e in preparazione per le Olimpiadi di Tokyo 2020. Lanfri ha raccontato la sua storia, la malattia, ma soprattutto la sua voglia di non fermarsi mai davanti a nessun “intoppo”, come lo ha definito. In brevissimo tempo la malattia lo ha portato all’amputazione delle gambe e di parte delle dita delle mani eppure, ha spiegato ai ragazzi, tutto questo si è trasformato in “fortissima voglia di correre, correre al di là di ogni ostacolo”. 

“Da qualche anno cerchiamo di porre l’attenzione sul tema dello sport e della disabilità – spiegano Giulia Mariani e David Bonaventuri, referenti del progetto -. Siamo partiti sfruttando l’occasione della Festa dello sport a Bagni di Lucca per portare esempi concreti di sport integrati e atleti paralimpici che mostrassero questo mondo, soprattutto ai ragazzi. Da tre anni a questa parte il progetto non si è mai fermato e ha cercato non solo uno sviluppo costante ma una collaborazione con la scuola che si è rinnovata di anno in anno”. 
“Lo scorso anno -spiegano i due – il progetto, che è stato confermato anche dall’attuale amministrazione comunale, è stato presentato in tutte le classi. Si parla di lotta alle barriere architettoniche, partendo dallo sport e dagli impianti sportivi, per procedere a macchia d’olio nei vari aspetti della vita di tutti i giorni: scuole, viabilità e trasporti, strutture ricettive. Ai ragazzi venne chiesto di realizzare un logo e uno slogan che avrebbe fatto da copertina a questo progetto per un Comune accessibile a tutti e la risposta dei ragazzi fu molto positiva, dimostrando di essere stati colpiti dall’argomento e manifestando una grande sensibilità”. “Nell’ottica di questo progetto ambizioso che procede – prosegue la nota – abbiamo cercato di fare un passo avanti e portare questa collaborazione con la scuola a un livello ancora più alto. Abbiamo proposto una serie di incontri per i ragazzi con persone disabili, tutte portatrici di un messaggio importante: la forza di abbattere ogni barriera, non solo quella fisica ma anche e soprattutto quella mentale. Una forza di volontà talmente forte da abbattere qualsiasi problema o incidente di percorso. Quando abbiamo presentato il progetto il messaggio era chiaro fin da subito: nessun pietismo, nessuna compassione. Non è questo che si intende presentare ai ragazzi”. 
“L’accento è stato posto su questo: dopo un percorso di questo genere, dopo un esempio così forte per i ragazzi, vietato dire ‘non ce la faccio, ma tanto non mi riesce, non riesco’ – spiegano Mariani e Bonaventuri -. La barriera più forte e la più pericolosa è quella della mente, gli ostacoli e i muri che noi stessi poniamo tra noi e i nostri obiettivi. Lo scorso anno avevamo chiesto ai ragazzi di prendere coscienza delle barriere architettoniche intorno a noi, quelle a cui magari nemmeno facciamo caso. Avere occhi più aperti e attenti a queste situazioni. Adesso, portando avanti questi incontri, gli chiediamo di verificare di persona che tutto si può cercare di vincere: una malattia, un incidente, una cosa talmente grave che potrebbe segnarti la vita e, di conseguenza, tutte le nostre battaglie quotidiane e quei problemi che ci creiamo e che crediamo insormontabili. Diamo forse troppo per scontate le cose che abbiamo, dobbiamo tornare a lottare per ciò che vogliamo raggiungere”. 
“Stiamo organizzando altri incontri – concludono i due – e dobbiamo veramente ringraziare tutto l’istituto perché hanno accolto subito questo progetto manifestando di avere a cuore certe tematiche così come le abbiamo noi. Riteniamo la scuola il veicolo principale per trasmettere determinati valori ai ragazzi che saranno gli adulti di domani, sperando che tornando a casa trasmettano questi messaggi anche agli adulti perché ne abbiamo tutti bisogno”.