Andreuccetti: “Voto contro Renzi, Pd grande sconfitto”

Il Pd si lecca le ferite anche a Lucca. Il duello perso da Marcucci all’uninominale con Mallegni, Baccelli ko alla Camera aprono una profonda fase di riflessione anche a livello locale. L’ex segretario territoriale non ci gira troppo in torno. “Le urne hanno parlato chiaro. I vincitori sono la Lega e il M5S. Il Pd è il grande sconfitto”. E’ lapidario Patrizio Andreuccetti che oggi è presidente dell’assemblea de Pd territoriale di Lucca nel commentare il risultato del voto delle legislative. “Hanno prevalso – aggiunge – una profonda avversità nei confronti dei profughi, una generale voglia di cambiare, a prescindere, ben al di là dei rappresentanti sul territorio (l’effetto dei candidati all’uninominale è stato inesistente) ed una avversione varia e variopinta nei confronti di Renzi”.
“Ora Mattarella – aggiunge Andreuccetti – dovrà dare l’incarico esplorativo a Salvini, vediamo se e quale maggioranza in parlamento riuscirà a trovare. Nel frattempo il Pd, il centrosinistra, deve stare all’opposizione, leccarsi le ferite e ripartire. Bisogna ricostruire. Come e con chi è ancora presto per dirlo. Quel che è certo è che c’è bisogno di un progetto più inclusivo, che dia un senso più forte di comunità, che riesca a toccare cuori e menti, che oltre alla forza delle proposte concrete sappia riportare le persone a sognare. Senza sentimento non si va da nessuna parte”.
Il presidente della Provincia e sindaco di Capannori, Luca Menesini, torna a ribadire quanto aveva detto prima del voto: “Il Pd va cambiato – scrive in un post su Facebook -. L’ho detto giorni prima del voto, perché dirlo oggi risulta facile. L’ho detto prima e ho detto che per me valeva a prescindere da questo voto, che comunque conferma abbondantemente l’idea che vada cambiato, perché mi sento e mi riconosco in un partito che allarga, che ascolta e parla con le persone, che pensa alle fasce più deboli e che fa sentire le persone dentro un grande progetto di cambiamento. Se ci pensiamo, infatti, gli italiani hanno votato il cambiamento: questo vuol dire che a livello nazionale il Partito Democratico non è stato credibile come partito del cambiamento. Cosa diversa sono i tanti sindaci che stando in prima linea nei territori, il cambiamento lo fanno quotidianamente. Il Pd è nato plurale e riformista, oggi è diventato un partito che non parla più a molti cittadini. Per cui questo risultato voglio vederlo come una grande opportunità, l’opportunità di tornare a essere quel punto di riferimento per i cittadini così come noi sindaci lo siamo ogni giorno. Nel nostro territorio il dato è un po’ migliore che di quello nazionale, ma poco cambia: Movimento 5 Stelle e Lega volano. La Lega, a Capannori, supera di circa l’1 per cento il Pd. Le candidature espresse dal territorio non hanno potuto molto contro un vento nazionale che parla chiaro, che dice al Partito Democratico che non ha saputo interpretare le necessità e i bisogni delle persone (lavoro, tasse, sicurezza, aiuti alle famiglie, la forza di portare a compimento gli obiettivi e la sobrietà). Qualcuno mi chiede di leggere questo voto alla luce delle elezioni amministrative che a Capannori si terranno il prossimo anno. Lo faccio, ma lo trovo abbastanza inutile, ogni elezione è una storia a sé, anche queste politiche lo dimostrano. I cittadini differenziano fra il livello nazionale e quello locale, da anni stiamo vedendo che le persone fanno scelte diverse; per fare un esempio, una forza politica alle Europee del 2014 prese 4.673 voti, lo stesso giorno, alle comunali, ne prese 2.224. Pertanto, anche alla luce delle amministrative del maggio 2019, il risultato di oggi lo considero una grande opportunità”.
Una fase di riflessione o un atteggiamento “saggio” d’ora in poi servono anche secondo l’assessore comunale di Lucca, Francesco Raspini. “Il sentimento che prevale – scrive in un post su Facebook – è più la preoccupazione che la delusione. Perché, diciamoci la verità, questa debacle era nell’aria. Tutti noi ci siamo resi conto, giorno dopo giorno dell’onda che cresceva e che stava per travolgerci.
La sinistra italiana, in tutte le sue declinazioni possibili e immaginabili, è quasi sparita dalla carta geografica. Tutte le forze che vanno da Potere al Popolo ai Radicali, passando per il PD e per Leu, tutti insieme sommano un quarto dell’elettorato. Il Pd va a fondo perfino in Emilia Romagna, Umbria e Marche e sopravvive (male) solo in Toscana”.
“Di fronte ad un terremoto di queste proporzioni – va avanti – non voglio partecipare alla sagra della distribuzione delle colpe. Servirà forse a sfogarsi, ma non aiuterà la comprensione di ciò che è successo. Il giudizio degli elettori è durissimo nei confronti di tutta la classe dirigente della sinistra italiana. Se i risultati sono questi, tutti noi che a vario titolo la rappresentiamo abbiamo sbagliato qualcosa e, dunque, tutti abbiamo il dovere di non perseverare negli errori continuando a lanciarci i soprammobili di una casa che è andata a fuoco. Pensiamo piuttosto a come ricostruirla. Piano piano senza scorciatoie, ripartendo da quelle stanze dove l’incendio ha lasciato in piedi qualcosa. A Lucca per esempio abbiamo in questi anni costruito qualcosa di importante, proviamo a ripartire da qui. Ieri sera mi sono venuti in mente alcuni passi del Qoèlet: ‘C’è un tempo per nascere e tempo per morire, un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per demolire e un tempo per costruire’. E ho pensato che se solo vivendo questa fase con saggezza, saremo in grado di trasformare la sconfitta di oggi nel successo di domani”.