Un mese alle elezioni: niente voto disgiunto

4 febbraio 2018 | 10:02
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Un mese alle elezioni: niente voto disgiunto

Un mese al voto. Il prossimo 4 marzo si rinnoveranno i due rami del parlamento ma in molti ancora non hanno chiaro il funzionamento del sistema elettorale. Il Rosatellum, così è stato ribattezzato il testo di legge votato dalla maggioranza dei parlamentari e anche grazie al voto di fiducia, è un sistema misto maggioritario e proporzionale.

Con il sistema maggioritario viene eletto il 37 per cento del parlamentari (232 alla Camera, 116 al Senato) attraverso collegi uninominali. In ciascun collegio passa soltanto chi ottiene più voti. Il restante 63 per cento dei seggi (386 alla Camera, 193 al Senato) è invece assegnato con il sistema proporzionale tra coalizioni e singole liste che devono superare alternativamente le soglie di sbarramento previste: 3 per cento dei voti a livello nazionale per le liste; 20 per cento dei voti a livello regionale valida in alternativa e solo per il Senato per le liste singole; 10 per cento dei voti a livello nazionale per le coalizioni purché comprendano almeno una lista che abbia superato una delle altre soglie previste. Il 2 per cento dei seggi è infine assegnato nelle circoscrizioni degli italiani all’estero.
A ogni candidato per l’uninominale sono collegate una o più liste in coalizione per la ripartizione proporzionale. Si tratta di listini bloccati, per cui non è possibile esprimere alcuna preferenza. Secondo la legge elettorale, inoltre, non è possibile effettuare un voto disgiunto. Questo significa che il voto per il candidato all’uninominale si estende proporzionalmente ai listini della coalizione e il voto alle liste del proporzionale si estende al candidato dell’uninominale.
Tre, quindi, le modalità di espressione della preferenza: si può votare per il singolo candidato all’uninominale, e il voto viene esteso alle liste di coalizione; si può votare per il singolo candidato all’uninominale e una delle liste collegare; si può votare per una delle liste del proporzionale e il voto viene estero anche al candidato all’uninominale.
La scelta, dunque, deve essere compiuta all’interno delle coalizioni. Solo per fare un esempio chi voterà per Marcucci, Mallegni, Luca Baccelli, Sara Paglini, Francesco Merlo Corrotti o Riccardo Bergamini non potrà votare per altri partiti rispetto a quelli che appoggiano i candidati. Nello specifico Luca Baccelli (Liberi e Uguali), Sara Paglini (Movimento Cinque Stelle), Francesco ‘Merlo’ Corrotti (Potere al Popolo) e Riccardo Bergamini (Casapound) sono appoggiati da una sola lista; Andrea Marcucci è sostenuto da Partito Democratico, Insieme (socialisti, verdi e civiche), +Europa e Civica Popolare; Massimo Mallegni è sostenuto da Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e Noi per l’Italia-Udc.
Stessa situazione per la Camera dove i candidati sono Stefano Baccelli (centrosinistra), Riccardo Zucconi (centrodestra), Cecilia Carmassi (Liberi e Uguali), Piero Landi (Movimento Cinque Stelle), Luna Caddeo (Potere al Popolo), Fabio Barsanti (Casapound). A loro si aggiunge l’avvocato Mauro Domenici, candidato dal Popolo della Famiglia.