Posta a giorni alterni, scoppia la polemica

7 novembre 2017 | 14:38
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Posta a giorni alterni, scoppia la polemica

Via alla consegna della posta a giorni alterni in tutti i Comuni della Mediavelle e in parte della Garfagnana. Ma i dipendenti non ci stanno e scatta una nuova mobilitazione indetta dalla Slc Cgil della Toscana Area Servizi del personale di Poste Italiane in tutta la Toscana con lo sciopero, già in via di svolgimento, delle prestazioni aggiuntive fino al 18 di novembre e, dopo un breve periodo di stop, anche nel mese di dicembre.

La protesta riguarda anche i livelli di copertura del servizio di portalettere e degli uffici postali. Inoltre la segreteria regionale della Slc Cgil protesta contro la prevista partenza della consegna della posta a giorni alterni che, nella provincia di Lucca, riguarderà Borgo a Mozzano, Pescaglia, Bagni di Lucca, Barga, Fabbriche di Vergemoli, Molazzana, Coreglia Antelminelli e Gallicano oltre che Pietrasanta, Forte dei Marmi, Seravezza e Stazzema.
“Le zone attuali – spiegano dal sindacato – saranno ridotte, trasformate in macrozone dove la posta sarà portata un giorno si e uno no, una volta alla settimana se il giorno di consegna capita in un festivo infrasettimanale. Per ora si stima una perdita di oltre 50 posti di lavoro. Noi pensiamo che il progetto debba essere profondamente rivisto e corretto, riducendo i tagli e garantendo un recapito veloce con linee Plus che consegnino gli oggetti postali urgenti. Il progetto di Poste avvallato da Agcom peggiorerà la qualità del servizio erogato in tutta la nostra regione. Con la nostra mobilitazione chiediamo alle istituzioni e ai cittadini di unirsi alla nostra battaglia a tutela del servizio postale della Toscana e della occupazione”.
Una questione delicata quella della riduzione servizi postali, che non può essere risolta tanto facilmente e con un semplice taglio da parte di Poste spiegano i sindaci della Mediavalle e dei comuni sulla sponda apuana della valle del Serchio. In primo luogo perché in alcuni comuni il servizio in passato aveva già subito dei tagli, in secondo luogo per la natura della popolazione e del territorio sopratutto nella frazioni periferiche, dove spesso vivono anziani che non hanno neppure l’automobile. In queste condizioni l’ufficio postale è un presidio fondamentale. Non ultima poi c’è la questione di posti di lavoro che si rischia di perdere.
“Già un anno fa in provincia mi ero pronunciato contro ulteriori tagli sui servizi postali – esordisce il sindaco di Borgo a Mozzano – Patrizio Andreuccetti – non è possibile pensare di tagliare ulteriormente il servizio già pesantemente ridotto. Noi quello che potremo fare come azione politica, visto che direttamente non possiamo fare niente, lo faremo con lo scopo di di garantire almeno la situazione attuale dei servizi postali ai nostri cittadini. Poi – aggiunge Andreuccetti – c’è anche un problema di tutela dei posti di lavoro. Per i nostri territori rischia di diventare veramente difficile la situazione se si riducono ulteriormente i servizi di Poste. Oltre a questo – conclude Andreuccetti – spero che si riesca ad agire anche a livello di Unione dei Comuni e di Provincia per scongiurare questa riduzione del servizio postale”.
Rino Simonetti, sindaco di Molazzana, uno dei comuni più piccoli tra quelli finiti nel mirino di Poste esordisce con ironia e dice: “Da noi il servizio postale è già ridotto ai minimi termini, se andiamo a tagliare di più non ci resta niente, nelle frazioni periferiche si rischia che alla fine il servizio di portalettere venga svolto un solo giorno a settimana, ma se uno è abbonato a un giornale? Glielo consegnano una volta per settimana? Poi bisogna tenere conto anche del fatto che si va a tagliare un presidio su territori e frazioni dove spesso la popolazione è anziana, in tanti casi non ha neppure l’automobile e vive in frazioni periferiche dalle quali è difficile spostarsi. Noi come sindaci questa battaglia per chiedere che il servizi non venga ridotto ulteriormente la faremo. Ora voglio confrontarmi con i miei colleghi e capire cosa possiamo fare anche in termini di azioni politiche ed eventualmente giuridiche. Poi c’è la questione dei posti di lavoro, sui quali noi come sindaci possiamo fare poco, ma il fatto che 50 persone rischiano di rimanere senza loccupazione non possiamo ignorarlo”.