Il parco delle Alpi Apuane torna nei vecchi confini

27 settembre 2017 | 12:14
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Il parco delle Alpi Apuane torna nei vecchi confini

Il consiglio regionale ha votato intorno alle 13 di oggi, 27 settembre, con parere favorevole di tutto il gruppo Pd la proposta di legge avanzata dal consigliere e presidente della commissione ambiente Stefano Baccelli di sospendere gli effetti dei nuovi confini del parco delle Alpi Apuane sia per i territori del comune di Pescaglia che del comune di Borgo a Mozzano.

Con questa decisione si sospendono le limitazioni paesaggistiche e in materia di caccia delle aree di preparco. Tutto torna come nella fase antecedente la riperimetrazione del parco della Alpi Apuane, attività venatoria inclusa.
“Per quanto ci riguarda quindi – commenta il sindaco Patrizio Andreuccetti – sia per i paesi di San Romano e Motrone sia per le zone limitrofe dove si effettua la caccia, non è più in vigore lo status di area contigua al parco. Per dirla con chiarezza, tutto torna uguale a sempre, senza che vi siano limitazioni per la paesaggistica e nemmeno per la caccia. E’ una grande vittoria per la quale la nostra amministrazione si è battuta in prima linea. Il provvedimento è stato portato avanti per l’impegno dell’assessore Marco Remaschi e del presidente di quarta commissione Stefano Baccelli, che ringrazio di cuore, e con il voto favorevole del solo Partito Democratico. Le altre forze, esclusa la Lega Nord che si è astenuta, hanno votato contrario. E’ giusto che gli abitanti di San Romano e Motrone ed i cacciatori tutti sappiano chi la ha sostenuti e chi no. Troppe volte, con la nostra opposizione in testa, si è provato in maniera strumentale a dare la colpa al Pd ed alla nostra amministrazione dei nuovi confini che creavano grosse limitazioni: oggi ognuno può vedere come sia l’impegno della nostra amministrazione che di tutto il Pd sia stato l’unico in grado di far ottenere alla nostra gente un risultato fondamentale, a differenza del centrodestra e dei grillini che invece si sono opposti. Come dico sempre, – conclude Andreuccetti – le sinergie tra istituzioni possono fare la differenza per la qualità della vita sui territori.”
La proposta di legge è stata presentata dal presidente della commissione Ambiente Stefano Baccelli (Pd), e “introduce una disposizione transitoria”, relativamente al piano stralcio approvato con deliberazione del consiglio direttivo dell’ente parco regionale delle Alpi Apuane (numeo 21 del 30 novembre 2016), in accoglimento a quanto richiesto dalla Comunità del Parco con specifica deliberazione (numero 12 del 30 giugno 2017) e relativamente al territorio del Comune di Pescaglia. Il testo ha incassato 20 voti a favore, 6 contrari e 5 astenuti, ed è stato emendato su proposta dell’assessore all’Agricoltura Marco Remaschi. La legge approvata, come si legge nella relazione di accompagnamento, affronta la necessità di garantire la valutazione di tutti gli interessi sostanziali, nell’ambito della procedura di approvazione del piano. “Con questo testo – ha spiegato il presidente Baccelli – rispondiamo a un’esigenza manifestata dalla stessa Comunità del Parco. Vengono sospesi gli effetti del piano stralcio, che interessa l’area parco e le aree contigue non interessate da attività estrattiva, limitatamente al territorio del Comune di Pescaglia, nelle more dell’approvazione della variante al piano del Parco”. L’emendamento di Remaschi, come da lui stesso spiegato in aula, introduce analoga norma transitoria per i Comuni di Borgo a Mozzano e Piazza al Serchio, i cui territori, nonostante i due enti non facciano parte della Comunità del Parco, erano stati inseriti nella nuova perimetrazione come area contigua, ripristinando la situazione originaria. In sede di dibattito e dichiarazione di voto, il presidente del Movimento 5 stelle, Giacomo Giannarelli, ha parlato di “pasticcio”. “Lo avevamo già fatto presente. Le stesse aziende si sono lamentate di questa perimetrazione e ci sono già pendenti ricorsi”. La vicepresidente della Lega, Elisa Montemagni, ha dichiarato il voto di astensione del gruppo perché “dire oggi cosa sia bene e cosa male non si può. Il confronto con le istituzioni del territorio dovrebbe precedere la norma”, ha spiegato.