Migranti, Coop Odissea: “Controlli frequenti”

26 luglio 2017 | 15:41
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Migranti, Coop Odissea: “Controlli frequenti”
Migranti, Coop Odissea: “Controlli frequenti”
Migranti, Coop Odissea: “Controlli frequenti”

“Avere i numeri esatti è praticamente impossibile, di sicuro c’è che sul territorio della provincia di Lucca non è possibile reperire strutture pubbliche e sul libero mercato sta diventando sempre più difficile trovare proprietari disposti ad affittare immobili per ospitare i profughi”. A raccontare la situazione che vive chi opera come soggetto gestore delle strutture per l’accoglienza dei profughi in piccoli gruppi sul territorio è Valerio Bonetti, il direttore della cooperativa.

“Il problema in parte è legato al clima che si respira – dice – spesse volte ingiustificato, con false idee sulla situazione sanitarie e sulla sull’ordine pubblico. Posso garantire come cooperativa che opera nel settore dell’accoglienza dei profughi che quando una persona arriva all’hub della Croce Rossa, passa attraverso uno screening sanitario fatto dalla Asl, nel suo interesse e nell’interesse della popolazione. Al momento peraltro non sono state riscontrate, per quanto ne so, situazioni di particolare problemi sanitari della singole persone, il problema un po’ più frequente sono difficoltà organiche legata a viaggi difficili, ma non a malattie”.
Poi Bonetti continua e spiega qual è il percorso sanitario che fa ogni migrante che lascia l’hub della Croce Rossa a Lucca per spostarsi in una struttura di accoglienza più piccola. “Quando escono dall’hub hanno fatto vari esami e a loro viene data una cartella clinica su cui è scritto tutto. Una copia della cartella clinica è conservata da un responsabile del trattamento dei dati della cooperativa o comunque del soggetto che gestisce la struttura in un luogo protetto. Ovviamente si tratta di informazioni riservate e solo una persona ha accesso a questi dati ed è tenuta a rispettare la privacy del migrante. A noi serve per capire se devono fare delle cure sostanzialmente. Proprio recentemente è emerso a un tavolo sanitario della prefettura che il sindaco e in generale il comune non possono e non devono avere le cartelle cliniche dei pazienti”.
Su questo infatti sembrerebbe che si innesti un problema costituzionale e di privacy trattandosi di dati sanitari e per tanto riservati. In sostanza il profugo che lascia l’hub è una persona sana, altrimenti non potrebbe lasciare la struttura delle Tagliate o nei casi più gravi dovrebbe ricorrere alle cure ospedaliere.
“I sindaci – continua Bonetti – invece ci stanno parecchio vicino insieme a Prefettura e Asl, per vigilare sull’idoneità delle strutture. Alle volte ci danno anche della prescrizionim come è emerso di recente in alcuni comuni. Ora la normativa è abbastanza snella, e si richiama a quella della case vacanza, ma in pratica i parametri che devono essere rispettati sono chiari: volumetrie, servizi igienici, rapporto tra il numero di occupanti e la superficie, arredi e molto altro. Posso dire, per quello che ho visto in provincia di Lucca che la situazione è abbastanza tranquilla. Chi opera nel settore cerca di stare attento al rispetto delle regole anche perché i controlli sono molti, poi alle volte può succedere che magari c’è una forzatura su un parametro, ma qui scattano le prescrizioni di prefettura, Asl e comuni a quel punto noi che siamo i gestori cerchiamo di adeguarla rapidamente”.

Gabriele Mori