Gallicano, l’anno scolastico 1981/82 rivive tra le pagine di “Vita di un anno”

Questa sera (2 febbraio) la presentazione al Ciaf del libro pubblicato dalla “terribile VB”
Gallicano, anno scolastico 1981/82, scuola elementare Sirio Poli. Tra coloro che avrebbero di lì a poco dovuto affrontare l’allora temibile esame di quinta, c’erano i sedici bambini e bambine della VB. Anzi, della “terribile VB”: Claudia Biagi, Massimo Biagi, Nadia Cristofani, Bruna Torrini, Michela Ponziani, Michela Guazzelli, Antonella Pellegrinotti, Maria Cristina Saisi, Belinda Venturelli, Massimo Moni, Paolo Orsetti, Paolo Rossi (prima che un suo omonimo divenisse campione del mondo di Spagna ’82!), Antonio Toti, Andrea Simonini, Mario Casella e Federico Taddei.

Un gruppo molto unito, che nel 2021 si è ritrovato per festeggiare il mezzo secolo di vita, e che non ha mai dimenticato le due maestre Marisa Bacci e Annarosa Bacci, sotto la spinta delle quali, in quell’anno scolastico segnato dall’eco della tragedia di Vermicino e dalla guerra delle Falkland, venne realizzato un colorato giornalino: Vita di un anno.

Quel giornalino artigianale è oggi divenuto un libro grazie all’impegno della VB e alla cura editoriale di Davide Corso e questa sera (2 febbraio) alle 21, nella sala Ciaf di Gallicano, sarà presentato al pubblico. Un appuntamento patrocinato dal Comune, che si preannuncia come una delicata parentesi amarcord, tra testi, pensieri e riflessioni scritti da chi, allora, aveva appena 10 anni.



Si legge dalla prefezione firmata dalle due maestre Bacci: “Era il tempo di Don Milani, Danilo Dolci, Gianni Rodari, Mario Lodi, del Movimento di Cooperazione Educativa. La scuola si apriva all’esterno, alla scoperta del territorio: escursioni, osservazioni, interviste, partecipazione delle famiglie e del paese, comunicazione con tutti i linguaggi conosciuti, dando valore alla stesura di giornalini scolastici che venivano distribuiti alle famiglie. Il metodo didattico era quello della ricerca per conoscere e comprendere i problemi. Di quel periodo esiste ancora un patrimonio di scritti, disegni stampati col limografo e col ciclostile, che anche tante scuole di montagna producevano. La partecipazione attiva dei ragazzi dava il via ad una grande produzione di pensieri e di testi scritti, in cui il bisogno di esprimere le proprie storie ed i propri sentimenti si avvertiva in modo significativo. Oggi ci sembra quasi impossibile che raccontassero in questo modo vivace, con ricchezza di vocaboli e con la freschezza della loro età, la loro vita. Era un mondo in cui il ‘raccontare’ a scuola e a casa era ancora importante. Si curava e si motivava, con domande e riflessioni di gruppo e personali la capacità di comunicare con agli altri. Con questo spirito di avventura si iniziò un anno pieno di sorprese: il direttore Giulio Guidi aveva avviato a Gallicano la sperimentazione delle attività integrative, una specie di tempo pieno, con tre rientri settimanali, che prevedevano attività laboratoriali di musica, educazione all’immagine, educazione motoria, inglese e teatro. Erano attività a gruppi aperti, che i ragazzi seguivano con interesse e gioia, perché l’approccio a educazioni, di solito ai margini delle attività scolastiche considerate di base, era comunque totalmente libero. Certamente il progetto venne incontro anche ad esigenze di tipo sociale, Gallicano sentiva la necessità di allungare il tempo scolastico, molte madri lavoravano in fabbrica, ma soprattutto nel paese non esistevano luoghi di aggregazione sociale dove i bambini potessero trascorrere i pomeriggi, in effetti il gioco libero, che durava un’ora nel cortile della scuola, ha supplito per anni alle strutture sportive e ricreative inesistenti. Dopo tanti anni, riguardando i giornalini scolastici che avevamo realizzato, siamo di nuovo rimasti toccati, maestre e bimbi di allora, da quanto e da come si era raccontato. Oggi questo modo di scrivere ci sembra essere passato di moda e sempre di più riteniamo che a partire dalla televisione fino ai più moderni mezzi digitali, la realtà virtuale abbia fatto molti danni, sostituendosi all’ambiente naturale e sociale in cui si formano le conoscenze e le coscienze”.
Ed è anche per questo, per testimoniare una narrazione (ancora) possibile, che Vita di un anno è stato ristampato. L’ingresso è libero.