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Taglio degli alberi a Orto di Donna, l’opposizione di Minucciano: “Effetti devastanti per l’ambiente”

27 dicembre 2023 | 23:08
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Taglio degli alberi a Orto di Donna, l’opposizione di Minucciano: “Effetti devastanti per l’ambiente”
Taglio degli alberi a Orto di Donna, l’opposizione di Minucciano: “Effetti devastanti per l’ambiente”
Taglio degli alberi a Orto di Donna, l’opposizione di Minucciano: “Effetti devastanti per l’ambiente”

Minoranza critica sulle concessioni del Comune nella frazione: “Le nostre segnaazioni non sono state recepite: si pagheranno conseguenze per gli anni a venire”

Taglio degli alberi a Orto di Donna, polemica dalla minoranza di Minucciano.

La valle di Orto di Donna, località da tutti i garfagnini amata e invidiata da tutti gli altri, epicentro meraviglioso (ora purtroppo molto meno) delle Alpi Apuane, negli ultimi tempi, ha registrato una rilevante accelerazione della pressione antropica – dicono i consiglieri di opposizione –  già presente da decenni in ragione dell’escavazione marmifera, a causa di una diffusa opera di disboscamento dei faggeti, da sempre caratterizzanti il patrimonio naturale dell’area, con conseguenti effetti estremamente deleteri portatori di preoccupanti criticità ambientali. Invero, dovete sapere che, da diversi anni ormai (più o meno dal 2017), è stata autorizzata la lottizzazione dei boschi. In tale quadro, l’amministrazione comunale ha dato a dei privati la concessione del taglio della legna (previsione d’entrata quarantamila euro, incassati poco più di quattordicimila), proprio a Orto di Donna, più precisamente dal Puntone in avanti, fin sopra la Tredici, includendo anche Capo Aia, zona che, fino a poco tempo fa, era piacevolmente adornata da un fitto bosco di faggi, tanto che, in un tratto, con le loro fronde formavano una sorta di scenica “galleria”. Oggi, invece, attraversandola il cuore piange perché è stata mutilata di tutto il suo splendore”.

“Il taglio, indiscriminato e ingiustificato, degli alti fusti, peraltro a impatto fortemente diradante, in realtà, ha anche spalancato le porte alla furia del vento che, inesorabile e senza ormai più ostacoli, ha spazzato via la maggior parte di quei maestosi alberi, che chissà da quanti secoli silenti vigilavano sulla vallata – prosegue l’opposizione – Purtroppo non è finita qui. Il disboscamento, condotto in modo evidentemente poco professionale, ha amplificato ciò che il vento aveva iniziato, giacché, in più parti, sono stati segati, a monte, grandi faggi che abbattendosi hanno investito e sradicato quelli più in basso, generando così uno snaturante effetto domino che ha raso al suolo il sottobosco esistente. Tagli, chiaramente improvvidi, che potevano essere facilmente evitati attraverso un’accorta e solerte azione di controllo e correzione che, all’opposto, è stata carente favorendo così concretamente quanto provocato. Evidentemente, è troppo difficoltoso pianificare e poi verificare, in fase di condotta, i vari aspetti attuativi delle relative opere”.

“Insomma, in poche parole, abbiamo assistito impotenti a un vero e proprio disastro ambientale – dice ancora l’opposizione – equilibri dell’ecosistema decisamente compromessi; territorio abbruttito, reso irriconoscibile, devastato, martoriato, a tratti desertificato; sentieristica danneggiata; bassa vegetazione azzerata; habitat faunistici e floristici stravolti; decine di preziose fungaie distrutte. Non manca proprio nulla, più di così non poteva andare peggio. Di fronte a tanta negligenza Madre Natura ha pieno diritto di continuare a ribellarsi. Le ripetute segnalazioni sulla necessità di sospendere le attività di taglio, che abbiamo inoltrato ai vari livelli di responsabilità amministrativa (Comune, Unione dei Comuni, Parco), mentre sotto gli occhi di tutti progrediva, si allargava e si compiva lo sfacelo, non sono state per niente recepite, si è preferito andare avanti, a ogni costo, pagando così conseguenze nefaste per gli anni a venire, riservando a quella che era una meravigliosa, accogliente, fiabesca nicchia ospitativa, un futuro distopico in cui è presagibile un’esperienza di vita indesiderabile. Nel merito di tutto ciò, in particolare, il sindaco ha tuonato “…non è fatto per fare cassa, ma per gestire bene e garantire la vitalità delle foreste…”. Di chi è la colpa? Non è dato saperlo: il Comune si è avvalso della consulenza di tecnici, ovviamente (e giustamente) retribuiti; le ditte incaricate al taglio hanno esperienza nel settore, ecc. ecc. In buona sostanza, anche in questo caso, come al solito (ormai ci siamo abituati e assuefatti), non è colpa di nessuno. Sta di fatto che, in un momento storico in cui la donna è al centro di una grande attenzione da parte di legislatore e istituzioni, la nostra prima donna continua a essere quotidianamente vittima di maltrattamenti a opera d’ignoti. A voi tutti, cittadini del comune di Minucciano, l’ardua sentenza“.