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Laghetto di Prà di Lama, Angelini replica: “Dalla Lega gravi inesattezze”

20 febbraio 2023 | 14:46
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Laghetto di Prà di Lama, Angelini replica: “Dalla Lega gravi inesattezze”

Il sindaco di Pieve Fosciana dopo il sopralluogo degli esponenti del Carroccio: “Non è tollerabile la rilettura, riscrittura e lo stravolgimento della storia”

Sopralluogo della Lega a Sambuca di San Romano, il sindaco di Pieve Fosciana Francesco Angelini replica a quanto detto dal segretario della sezione Garfagnana Luigi Pellegrinotti, da Iolanda Turriani e da Michela Stefani dopo la visita al laghetto di Prà di Lama.

Sopralluogo della Lega a Sambuca di San Romano: “Togliere dal degrado il lago termale di Prà di Lama”

“In politica avere visioni diverse è assolutamente lecito. Posizioni anche molto diverse aiutano i cittadini a scegliere e schierarsi. Quindi ben vengano: ciò che però non è tollerabile è la rilettura, riscrittura e lo stravolgimento della storia – commenta Angelini -. Quanto detto dalla Lega presenta delle gravi inesattezze e lacune ingiustificabili almeno per chi è pievarino. I ‘bagnetti’ c’erano ma servivano a coloro che il sabato andavano a fare il bagno settimanale perché in casa non avevano ancora i sanitari e men che meno l’acqua calda se non scaldata al fuoco. Non vi si recavano certo per le cure termali, non esisteva niente per tali scopi. La credenza popolare ha da sempre attribuito a queste acque proprietà taumaturgiche ma nessun ‘illustre scienziato’ ha mai sostenuto con relativa documentazione la bontà di quelle acque se non con una relazione per uso dermatologico. Quell’area poi ha sempre avuto modifiche morfologiche. Ci sono foto aeree che ritraggono due laghetti più a nord verso La Lezza. Oggi il laghetto è molto più a sud. Poi che il lago ‘ingoiasse’ parte del terreno circostante è sempre stato risaputo e periodico. Giova ricordare che la struttura ‘nell’intenzion degli artisti’ sarebbe dovuta diventare la ‘terme di Pieve Fosciana’, fu iniziata nel 1983 certamente non dall’attuale amministrazione”.

“L’area come detto era stata sconsigliata da tutti, meno che dai tecnici a cui il Comune aveva assegnato il compito di edificare. Nel 2001 la nostra parte politica vinse le elezioni e il sindaco Amerino Pieroni e gli amministratori di allora si trovarono a gestire una costruzione incompleta e impossibilitata a entrare in funzione – prosegue Angelini -. A seguito di un ennesimo sprofondamento dei terreni limitrofi sono certo intervenuti geologi e tecnici della Regione, della Protezione civile nazionale e l’Ingv, ma solo perché io che ero stato eletto sindaco li ho chiamati personalmente a fare chiarezza sulle dichiarazioni di una ‘pseudo scienziata’ che aveva con le sue dichiarazioni allarmato e non poco la popolazione. In quanto ai ‘vulcanelli’ lasciamo perdere, niente a che vedere con vulcani e terremoti. Quel nuovo sprofondamento determinò un dissesto dell’intera struttura che si abbassò dalla parte del laghetto e si innalzò dal lato opposto. Infine si spacco in metà”.

“Da allora giace così non più recuperabile – conclude Angelini -. Per l’abbattimento la nostra amministrazione ha partecipato a bandi pubblici per avere un finanziamento idoneo. Siamo in attesa e stiamo percorrendo anche altre strade che ci possano permettere una completa riqualificazione ambientale. Dimenticavo di dire che solo nel 2034 l’amministrazione comunale terminerà di pagare i debiti contratti per la realizzazione della ‘nostra cattedrale nel deserto’. Provate a trovare le colpe dell’attuale amministrazione”.