Il Giorno della Memoria celebrato anche alla scuola primaria di San Romano






Gli alunni della classe quinta hanno eseguito con il flauto una canzone di Guccini. In cantiere un incontro pubblico con Enrico Pieri, sopravvissuto alla strage di Sant’Anna di Stazzema
“Non ho mai perdonato, come non ho dimenticato la Shoah. Mentre ero ad Auschwitz per un attimo vidi una pistola a terra, pensai di raccoglierla. Ma non lo feci. Capii che io non ero come il mio assassino. Da allora sono diventata donna libera e di pace”. Così Liliana Segre ha ricordato gli orrori dell’Olocausto nella sua ultima testimonianza pubblica alla Cittadella della pace di Rondine (Arezzo). Parole che sono state pronunciate pochi mesi fa – lo scorso 9 ottobre – dalla senatrice a vita ed ex deportata a Auschwitz. Una testimonianza forte e autorevole per riflettere sul significato del Giorno della Memoria. La ricorrenza è stata introdotta in Italia dalla legge 21/2000 e ogni anno si celebra il 27 gennaio.
Ma perché è stata scelta questa data? Le ragioni sono storiche. Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa entrarono nel campo di concentramento polacco di Auschwitz. Varcarono il cancello che recava la scritta Arbeit macht frei, Il lavoro rende liberi. Si stima che nel campo morirono da 1 a 1,5 milioni di persone, in maggioranza ebrei.
Questa mattina (27 gennaio) gli alunni e le alunne della classe quinta della scuola elementare di San Romano hanno eseguito con il flauto dolce La canzone del bambino nel vento di Francesco Guccini. Un modo per celebrare la ricorrenza, che è stato accompagnato dall’allestimento di un angolo dedicato al Giorno della Memoria, costituito da cartelloni, disegni e riflessioni su letture ed esperienze di chi ha vissuto le ingiustizie della seconda guerra mondiale e della Shoah. I cartelloni e i disegni dell’allestimento sono un invito alla pace e alla fratellanza. Sono stati eseguiti da tutti gli alunni e le alunne della scuola primaria di San Romano in Garfagnana.
“Per l’impegno, di tutta una vita, a favore della tutela della memoria, della diffusione della conoscenza storica e della difesa dei principi alla base della convivenza democratica”, sono queste le motivazioni che hanno spinto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a nominare Enrico Pieri – superstite della strage di Sant’Anna di Stazzema – commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. La nomina è avvenuta il 29 dicembre scorso.
Pieri aveva dieci anni il 12 agosto del 1944 quando, nascosto sotto la scala, vide morire per mano nazista i genitori, due sorelle, i nonni, gli zii e i cugini. Oggi è presidente dell’associazione Martiri di Sant’Anna di Stazzema, a cui ha donato la sua casa di infanzia, la stessa in cui fu sterminata la famiglia. L’edificio adesso ospita incontri e offre spazio alle delegazioni di studenti e ricercatori che si recano a Sant’Anna di Stazzema.
L’amministrazione comunale di San Romano intende – appena le condizioni lo consentiranno – coinvolgere il nuovo commendatore in un incontro volto a sensibilizzare i più giovani sugli orrori di un periodo storico che sembra lontano. L’iniziativa punta poi a favorire il ricordo delle storie dei sopravvissuti nella nostra memoria collettiva.
Il futuro incontro dal vivo con Enrico Pieri si inserisce in un percorso di sensibilizzazione della memoria e della storia locale che è stato inaugurato con l’apertura del canale Youtube e della sottosezione Seconda Guerra Mondiale: la memoria dei nativi, dove è possibile vedere le testimonianze di alcuni concittadini che hanno vissuto in prima persona gli orrori della guerra.