“Senza lavoro come mangiamo?”, striscioni fuori dai Centri per l’impiego

1 luglio 2020 | 17:35
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“Senza lavoro come mangiamo?”, striscioni fuori dai Centri per l’impiego
“Senza lavoro come mangiamo?”, striscioni fuori dai Centri per l’impiego
“Senza lavoro come mangiamo?”, striscioni fuori dai Centri per l’impiego
“Senza lavoro come mangiamo?”, striscioni fuori dai Centri per l’impiego
“Senza lavoro come mangiamo?”, striscioni fuori dai Centri per l’impiego

La protesta dei lavoratori e disoccupati a Lucca, Castelnuovo, Barga e Viareggio

“Senza lavoro, paghe da fame. Come mangiamo?”. Recitano così gli striscioni lasciati oggi (1 luglio) dai lavoratori e disoccupati ai centri per l’impiego di Castelnuovo, Lucca, Viareggio e Barga.

“Con la disoccupazione sempre crescente e con i lavori pagati una miseria le bollette, gli asili, la spesa e gli affitti non si pagano – spiegano i Lavoratori e disoccupati di Lucca e Provincia -. Niente contro i lavoratori dei centri ma una rabbia infinita per chi ci sottopaga con la scusa del ‘momento buio’ e per il governo che sta gestendo questa crisi, abbandonandoci tra non-lavoro, precarietà e povertà e pensando solo a padroni e super ricchi che i soldi ce li hanno già. Ci hanno detto che l’Italia sarebbe ripartita, che eravamo tutti sulla stessa barca, che sarebbe andato tutto bene. Ma no, non sta andando tutto bene per chi aspetta ancora la cassa integrazione e non ha visto un soldo da marzo. Non sta andando tutto bene per milioni di persone che hanno perso il lavoro. E non sta andando bene neppure a chi un lavoro ancora lo trova ma è sempre più sfruttato e pagato una miseria perché ‘occorre fare sacrifici’. Il ritorno alla normalità non è una liberazione, è uno schifo”.

In queste settimane il gruppo ha raccolto testimonianze di insegnanti e infermieri, portapizze e lavoratori agricoli, lavoratrici della ristorazione e operai, studenti e disoccupati. Tante storie diverse che parlano di una condizione comune. “Quella di chi, nella famosa ‘stessa barca’ di cui ci hanno parlato, sta ai remi, e suda più di prima in mezzo a mille difficoltà e preoccupazioni sul proprio futuro. Non è giusto, esigiamo rispetto. Perché siamo noi che mandiamo avanti questo paese, non la branca di politici e imprenditori parassiti che continuano a far guadagni e a vivere al sicuro nei loro villoni. E tuttavia, finora ci siamo trovati davanti quasi solo porte chiuse. Chiuse le porte dell’Inps. Chiuse pure le porte dei centri per l’impiego. Una perfetta immagine dell’Italia post-Covid, con oltre 2 milioni di disoccupati in più a tempo pieno secondo l’Istat, mezzo milione di persone in più che per disillusione non cercano neanche più lavoro”.

“Ma lo Stato dov’è in questo momento? Quante sono le persone rimaste tagliate fuori dai buoni spesa, dai contributi per l’affitto dal reddito di cittadinanza? E quante sono le persone che devono umiliarsi ad accettare sempre più spesso condizioni di lavoro quasi schiavistiche perché qualcuno continui a far guadagni? – concludono i lavoratori e disoccupati di Lucca e Provincia -. Noi non ci stiamo vogliamo vederci riconosciuto il diritto a un lavoro degno, che nessuno venga lasciato indietro e senza soldi per campare perché non c’è lavoro, vogliamo che gli sfratti vengano sospesi ben oltre il 2020. Vogliamo tornare a decidere noi dove vanno i soldi e a chi, per davvero. Perché la loro normalità non può essere la nostra. Raccontateci le vostre storie alla nostra pagina e noi le pubblicheremo anonimamente”.