Pistole trovate nella cassaforte del Comune, cadono le accuse per gli amministratori

Il tribunale dissequestra le Beretta: nessuna contestazione a Lodovici e Puglia
Le due pistole trovate in una cassaforte nel palazzo comunale di Vagli sono state dissequestrate e sono cadute in questo senso le ipotesi di accusa di detenzione abusiva e omessa custodia di armi nei confronti del vicesindaco Mario Puglia e del sindaco Giovanni Lodovici.
Il sequestro era scattato lo scorso 25 maggio nell’ambito delle perquisizioni per l’inchiesta su una presunta appaltopoli in Comune. Nello specifico erano state sequestrate due pistole Beretta, con diverse cartucce e tre caricatori, custoditi in un forziere di cui possedeva la chiave Puglia. Gli inquirenti, nei giorni successivi, hanno potuto appurare che si trattava di pistole di ordinanza che erano state riconsegnate da ex dipendenti comunali, appartenenti alla polizia municipale al momento del congedo.
Il sindaco, sentito a riguardo, ha spiegato di essere a conoscenza della presenza delle pistole ma di non sapere che la loro riconsegna doveva essere denunciata ai carabinieri. I giudici del tribunale di Lucca cui è stata presentata istanza di riesame nei confronti della convalida del sequestro hanno deciso di riconsegnare le armi, facendo cadere le accuse che erano state mosse nei confronti degli amministratori. Le due pistole, infatti, erano state acquistate per gli agenti da due precedenti sindaci e i magistrati hanno ritenuto, chiarita la situazione, fossero insussistenti le accuse mosse in un primo momento al primo cittadino e al suo vice attuali.